RICORDI DI UN MONDIALE

13 luglio 2008

IL MARCO TENNISTA

Chi mi conosce sa che da “GIOVANE” non ho mai praticato l’atletica leggera ma un altro sport: il TENNIS.
In questo sport mi sono tolto diverse soddisfazioni; ho raggiunto una classifica italiana piuttosto buona per più anni (B2 nel 1998, 2.6 nel 2000 e nel 2004).
Risultati che avrebbero potuto essere anche migliori se quando ero ragazzino fossi stato seguito da maestri più preparati e più “innamorati” del loro lavoro…..invece ho avuto la sfortuna di incontrare nella mia strada persone che non hanno saputo capire che quel mio modo di giocare, la mia tecnica il mio stare in campo non erano poi così assurdi.
Avevo un tennis aggressivo, con impugnature aperte (western), davo molta rotazione alla palla, giocavo in open stance (frontale), tutte cose che alla fine degli anni 80 e all’inizio degli anni 90 non erano così in “auge”.
Ricordo ancora come mi guardavano quasi “schifati”, loro che insegnavano a giocare un tennis più classico con impugnature esclusivamente in eastern e posizioni affiancate.
Il problema è stato che ho anche cercato di seguire i loro insegnamenti; il risultato è stato quello di avere buttato via gli anni migliori per apprendere e di dover reimpostarmi da solo e daccapo.
Non fu facile resettare tutto e ripartire.
Tutto ciò che ho ottenuto nel tennis l’ho raccolto solo grazie a me stesso e alla mia “cocciutaggine”!
A distanza di qualche anno si è visto come la tecnica nel tennis si sia evoluta.
Non sarei mai stato un campione ma prendere qualche punticino ATP o un buon B1 quello forse si.
Comunque nella mia “carriera” tennistica posso dire di aver vinto 18 tornei di 3° categoria, 2 di 2° e innumerevoli piazzamenti in semifinale e in finale.
Ho avuto la fortuna di giocare contro tennisti come Paolo Canè (ex n° 18 al mondo e protagonista di tante partite in Coppa Davis), Davide Sanguinetti (quarti di finale a Wimbledon e anche lui giocatore di Coppa Davis), Massimo Bertolini (doppista in Coppa Davis) e Stefano Galvani (ancora nei primi 200 al mondo).
Con Galvani ci siamo anche allenati insieme più di qualche volta.
Come dicevo avevo un gioco fatto di grandi rotazioni, cercavo di essere aggressivo, avevo due buoni fondamentali anche se preferivo maggiormente giocare di dritto, un buon servizio (l’altezza mi aiutava) e due buone gambe che mi portavano a fare dei bei recuperi, a cercare bene la palla e a sfinire i miei avversari.
Mi ritenevo abbastanza solido mentalmente anche se delle partite già vinte le ho perse pure io.
Nel 2003 (l’ultimo anno dove ho giocato agonisticamente) ho iniziato anche il percorso che mi ha portato nel 2006 a diplomarmi maestro nazionale di tennis alla “Scuola Nazionale Maestri”.
Finito il tirocinio nel luglio del 2006 non ho più ripreso in mano una racchetta……….devo dire che mi manca tanto!

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