RICORDI DI UN MONDIALE

30 novembre 2008

MARTELLAGO-PADOVA 2008


Era da un po' che non scrivevo qualcosa!
Aspettavo l'occasione giusta per farlo.
Ho atteso fino ad oggi perchè stamattina si è "consumato" l'evento "clou" della stagione del Brema Running Team, il mio gruppo podisitico.
Per il terzo anno consecutivo abbiamo corso la staffetta Martellago-Padova.
E' un evento da noi molto sentito in quanto porta i partecipanti dalla sede della nostra società, il negozio tecnico del nostro presidente Beppe, fino all'ospedale pediatrico di Padova.
Vengono proposte 4 frazioni di circa 8-10 km.
Ognuno è libero di partecipare a tutte le frazioni che vuole, l'unica regola è: CORRERE IN GRUPPO.
L'ultima frazione (la 5°) è una specie di "passerella" dove tutti i partecipanti arrivano insieme all'entrata dell'ospedale patavino.
Eravamo circa una cinquantina stamani alle 07.40 pronti per partire.
Il nostro vicepresidente Mauro (che ci conosce tutti per filo e per segno) ha suddiviso i vari gruppi in base al ritmo di corsa di ciascuno in modo tale da facilitare proprio "il correre in gruppo".
Veniva giù "a secchiate" ma, poco prima della partenza, la pioggia ha come rallentato di intensità per quasi svanire del tutto.
Pochi minuti prima della partenza è arrivato anche il nostro sindaco Giovanni Brunello a salutarci e a dare il via a questa corsa per la solidarietà.
I primi sono partiti alle 08.00 mentre, io con gli altri che avrebbe corso le ultime due frazioni, siamo saliti sul pulmann che avrebbe anticipato i primi frazionisti per dare loro il cambio più avanti sul percorso.
La prima frazione era di circa 12 km e portava da Martellago fino a Zianigo; del primo gruppo in pochi si sono fermati e quasi tutti hanno proseguito fino a Pianiga (8km dopo).
Intanto aveva ripreso a piovere molto forte rendendo questa staffetta decisamente più impegnativa rispetto agli anni scorsi.
A Pianiga sono partito anch'io sotto un bel diluvio; nonostante l'acqua ci siamo divertiti tantissimo, c'era un'atmosfera di festa, di amicizia che ci ha fatto letteralmente volare la terza e quarta frazione (per un totale di circa 15 km) fino alle porte di Padova.
Si parlava, si rideva, si scherzava, ci si prendeva in giro bonariamente.
C'era anche chi saltava deliberatamente dentro le pozzanghere, facendoci schizzare l'acqua fredda e sporca addosso; alla fine eravamo bagnati come pulcini.
Era dai mondiali di Tarquinia che non correvo 15 km ma in quella situazione mi sembrava di poter correre all'infinito per quanto ci si stava divertendo.
Sarà il fatto che, per una volta, non correvo solo per me stesso, per fare un allenamento o per una gara, ma correvo per stare in compagnia e per portare un messaggio a quei bambini che si andava a trovare, messaggio che voleva poi essere questo: "Noi ci ricordiamo di voi e, i vostri genitori, non sono soli nella vostra battaglia!".
Questo sembrava essere lo spirito che animava ciascuno di noi.
Gli ultimi 4 km sono stati proprio di festa; tutto il gruppo del Brema si è ricongiunto e uniti siamo arrivati all'ospedale pediatrico di Padova dove ad attenderci c'erano alcuni genitori dei bambini ricoverati e i volontari del Volo, l'associazione onlus che si occupa di raccogliere fondi per aiutarli.
E ci hanno accolto decisamente alla grande, con un rinfresco degno da matrimonio che ha fatto saziare anche le bocche più voraci (compresa la mia....).
Dopo esserci rifocillati, siamo entrati in aula magna per la conferenza stampa dove, il presidente del Volo ha spiegato come l'associazione svolge la propria attività in aiuto soprattutto allo staff medico che opera all'interno dell'ospedale.
Il dottor Zulian, responsabile scientifico del Volo, ha spiegato poi, a che punto sono i progetti di ricerca da loro portati avanti e quali saranno i loro prossimi interventi.Alla fine hanno preso parola anche i nostri presidenti (titolare Beppe e vice Mauro) che hanno sottolineato lo spirito che anima il nostro gruppo: solidarietà, amicizia e amore per la corsa.
Quest'anno non siamo saliti in reparto; forse è stato meglio così, per non "sconvolgere" gli equilibri a cui quei bambini, i loro genitori e i medici sono abituati.
Per noi è stato comunque importante fargli sapere che oggi siamo andati là per loro.
Il ritorno in pulman da Padova a Martellago è stato come tornare da una gita scolastica, dove eravamo contenti di aver passato una bella giornata tra amici e aver portato un segnale di solidarietà a quei bambini.
Sopra ho messo una slide show con alcune foto della giornata; ho corso con la macchinetta in mano, spero siano venute bene.

P.S. Cosa meno importante, domani riprendo ad allenarmi seriamente, obiettivo: Belgio 2009 (mondiali 100 km)!


22 novembre 2008

SERATA BREMA RUNNING TEAM


Ieri sera, alla risto-taverna del Centro Fitness dove lavoro, il Brema Running Team ha organizzato una pizzata per tutti gli iscritti al gruppo ed i simpatizzanti.
La serata è stata "proposta" soprattutto per presentare la staffetta benefica "Martellago-Padova" di domenica 30 novembre, che porterà tutti i partecipanti dalla sede della nostra società, il negozio tecnico del presidente Beppe, fino all'ospedale pediatrico di Padova.
E' stata una serata molto bella, estremamente piacevole e, soprattutto, molto partecipata; eravamo in tantissimi, abbiamo riempito praticamente "quasi" tutto il ristorante (che tiene 130 posti a sedere).
Era la prima volta dallo scorso febbraio che non ci si ritrovava tutti insieme ed è stata un'occasione anche per conoscere i nuovi iscritti.
Era presente anche il nostro sindaco che ha voluto testimoniare la bontà delle iniziative del nostro gruppo che non si occupa solo di "corsa", ma anche di solidarietà e di chi è meno fortunato.
Domenica prossima andremo, dopo aver coperto di corsa i quasi 40 km che separano Martellago da Padova, con staffette composte da 4 gruppi, a trovare i bimbi ospiti del reparto malattie reumatiche infantili dell'ospedale patavino; cercheremo di portare loro qualche momento di "svago" e un bel ricordo di quella giornata.
A rendere possibilie tutto ciò è l'associazione onlus "Il Volo", che dedica ogni sua risorsa umana e materiale per lo studio, la ricerca e la cura di quelle malattie che colpiscono i bimbi a cui andremo a far visita.
Tutti noi del Brema corriamo con il logo del "Volo" sulle maglie e ne siamo felicissimi.
Mi ha fatto molto piacere vedere anche i rappresentanti del gruppo podistico Venice Marathon Running Team; sono convinto che la collaborazione tra vari gruppi, sia importante e positiva per far crescere sempre di più un movimento come quello podistico veneziano.
Una menzione speciale e doverosa è stata fatta alla nostra compagna di team Barbara Duprè, che ha pensato bene di farsi le "vacanze estive" a Capo Verde ma non come i normali turisti in spiagge dorate e con il mare cristallino, ma in una delle zone più povere del paese per aiutare bambini e poveri che vivono nella miseria e che fanno le capriole di gioia per un quaderno e un pennarello.
Un po' a "sorpresa", mi hanno consegnato una bellissima targa in ricordo di questa stagione per me molto intensa che, mondiali a parte, è stata ricca di soddisfazioni.
Cosa dire? Per me l'affetto che ieri sera mi è stato manifestato da tutti i miei compagni di club, dai miei compagni di consiglio direttivo (ne faccio parte anch'io da pochissime settimane), è stata un'ulteriore molla che mi spinge ad impegnarmi ancor di più per la prossima stagione.
Il nostro è un bellissimo gruppo che ogni anno cresce sempre di più, fatto di persone che corrono per divertirsi, per stare bene, per migliorarsi ma, soprattutto, per stare insieme.
I "L'anno prossimo i mondiali andranno meglio, vedrai...", "Sei stato bravo lo stesso....", "Non mollare....", non erano frasi di circostanza ma pronunciate con convinzione e stima.
E io spero di non deludere più nessuno!
Intanto non vedo l'ora che sia domenica prossima per passare un'altra bella giornata in compagnia di amici e portare un sorriso a quei bimbi.

P.S Ho ripreso piano piano a corricchiare, due uscitine da 40'! La settima prossima correrò un giorno si e l'altro no e poi, dal 01 dicembre, si riparte!


17 novembre 2008

+ 5 KG

Più 5 kg??
Cosa vuol dire?
Semplice! Il peso che ho messo su in 8 giorni di assenza completa di movimento.
Ebbene si! Da quell'infausto 08 novembre non ho più fatto alcuna attività fisica.
Riposo assoluto e mangiate incredibili; onestamente mi sentivo pesantino e poco tonico e così sono salito sulla bilancia di casa che, dai 71 kg pre Tarquinia, mi ha segnato 76,5 kg.
All'inizio ho pensato ad un errore di taratura e così ho riprovato anche in palestra dove abbiamo una bilancia professionale, risultato? 76,5 kg.
Mi sono veramente "spaventato".
Per fortuna addosso non mi si vedono (così mi dicono.....) ma, me li sento tutti!
Del resto quando si cena con un piattone di spaghetti alla carbonara, una pizza con sfilacci di cavallo e altre cose sopra, ed un dolce fatto con nutella e mascarpone (tutto nella stessa sera) è anche normale che qualche chiletto si metta su.
Forse, anzi sicuramente è un errore far salire così il peso ma, mi sono imposto di stare completamente fermo per 10 giorni (fino a mercoledì) per poi riprendere con allenamenti leggeri leggeri (e a giorni alterni) per altri 10 giorni, per poi riprendere a pieno regime il 01 dicembre.
La scelta di non far nulla per 10 giorni è stata fatta per tre motivi:
- Per ricaricare completamente le batterie psico-fisiche.
- Per fare degli esami del sangue in una situazione di assoluto riposo, cosa che non ho mai fatto; di esami del sangue ne ho fatti diversi ma, sempre in situazioni di stress fisico; voglio vedere se quei parametri dove di solito sono carente (ferritina, CPK, cortisolo), ritornano a posto senza allenarmi.
- Perchè il polpaccio mi da ancora un po' di fastidio; la contrattura, dopo lo sforzo dei mondiali è ritornata a farsi sentire; se non ne approfitto adesso per risolverla non la risolvo più.
Sono convinto che staccare per un po' di giorni una volta l'anno sia salutare, o meglio, indispensabile per poter affrontare in buone condizioni una nuova preparazione in vista di qualche impegno importante.
Sarebbe meglio fare del recupero attivo, ma per quello ho altri 10 giorni prima di rituffarmi nel nuovo programma di allenamento per i prossimi mondiali.
Programma che ormai è pronto e che necessita solo di riflessioni "a mente fredda", per eventualmente rivederlo o ritoccarlo, in base a quelle che sono state le mie esperienze di questi ultimi anni, non ultima come importanza Tarquinia 2008.
Sto anche scegliendo le gare a cui parteciperò nel 2009; c'è l'imbarazzo della scelta! Ancora una volta opterò per quelle più vicine a casa (i trasferimenti fanno perdere tempo che non dedichi al riposo o ad altre cose), a quelle meglio organizzate tra quelle a cui ho partecipato e alla loro collocazione in calendario, in base anche allo sviluppo dei miei programmi di allenamento.
E ora vado a mangiare qualcosina che è quasi ora di merenda.........ops! Meglio che mi tenga va!

11 novembre 2008

GRAZIE E......SI RIPARTE!

Sono passati ormai tre giorni dal mondiale di sabato scorso e devo ammettere che l'amarezza è ancora tanta.
A ricordarmi quella giornata è ancora un fortissimo mal di gambe che avverto ogni volta devo fare le scale.....e per fortuna che mi sono fermato al 75° km!
I crampi sono così, ormai li conosco, ti lasciano strascichi per parecchi giorni.
Non passano più di 10' che ripenso a quella gara, a come stavo, alle mie sensazioni, alla sua evoluzione, a come è andata e a come invece poteva andare.
Non ho nemmeno voluto vedere le poche immagini che mio padre è riuscito a riprendere con la sua telecamera.
Faccio fatica anche a leggere i commenti apparsi sui siti di podismo che raccontano l'evolversi della corsa.
Ci sto male! E me ne vergogno perchè tutto sommato si parla di sport, di divertimento, dovrei essere più forte e pensare che la corsa non è tutto nella vita, che c'è dell'altro: la salute, gli affetti, la famiglia......
Però io sono fatto così! Quando faccio una cosa cerco di farla bene, mi ci butto a capofitto e voglio sempre riuscire a tirare fuori il meglio di quello che posso fare e, se non ci riesco, la vivo come una sconfitta personale bruciante.
Mi vergogno anche dire che, due lacrime mi sono scese, mentre ero al telefono con mio padre nel raccontargli la mia gara, quello che era successo e che lui non aveva visto, alle mie sensazioni, a quel senso di impotenza creato dai crampi e a vedersi scappare via un grande risultato che stavo ormai raggiungendo.
Io che penso sempre che abbiamo troppe poche lacrime da versare nella nostra vita; le ho sprecate per una gara di corsa.
Ma era una cosa troppo grande: un mondiale, la maglia della propria nazionale sulle spalle, il correre in casa, il sentire di valere una medaglia, le aspettative mie e di tanta gente che mi stima, c'era tanto, tantissimo in una semplice gara di corsa.
Mi rimangono due medaglie d'oro vinte con la squadra azzurra e di cui sono contentissimo ma che non posso sentire mie, non sono nemmeno arrivato in fondo, non ho contribuito in alcun modo a questi successi.
Però mi rimane anche un'altra cosa oltre a quelle medaglie: una gioia immensa per i 24 commenti che ho letto sull'ultimo post che ho scritto.
Commenti di stima, di gratitudine e di invito a non mollare.
La maggior parte delle persone che hanno scritto non le conosco di persona, e devo ammettere che, queste persone mi hanno dato una carica incredibile per riprovarci ancora.
Non ho voluto rispondere direttamente a tutti voi che avete scritto perchè sarebbe stato un ringraziamento banale; ho scelto di fare un nuovo post per esprimere la mia gratitudine a persone che non hanno idea di quanto bene mi abbiano fatto con due righe in questo blog.
Grazie davvero.....a tutti!
Il primo dicembre riprenderò ad allenarmi seriamente, nel frattempo riposo, sport alternativi e corsette leggere.
Ora rimane da programmare la preparazione per i prossimi mondiali (se mi convocheranno....) e capire il perchè del formarsi di questi crampi di cui soffro da sempre.
Cercherò aiuto da qualche ematologo dato che ho parecchi valori del sangue che non sono proprio a norma, ferritina e CPK in particolare, un enzima muscolare che raggiunge anche valori 15 volte superiori alla norma quando mi alleno.
Consulterò anche un neurologo, devo arrivare a risolverlo questo problema; non si può faticare un anno e, quando sei lì per raccogliere il frutto del tuo lavoro, vederselo scappare dalle mani per il solito problema.
E' ora di andare a fondo della questione e lo farò!
Come vi assicuro che, il 19 giugno, in Belgio, mi presenterò aggueritissimo; non saranno più i mondiali italiani ma sempre mondiali sono, e il titolo e le medaglie sono sempre quelle, con il vantaggio che quella gara e quel percorso già lo conosco dato che vi ho esordito in nazionale nel 2006.
Ho una ferita aperta da chiudere, che brucia ancora e voglio che bruci a lungo, per ricordarmi che in Belgio dovrà essere tutta un'altra storia.

9 novembre 2008

E' ANDATA MALE!

Beh! Molti già lo sanno, la mia avventura mondiale si è conclusa amaramente al 75° km.
Cosa è successo? Non lo so! O meglio, lo so, CRAMPI, ma quello che non so è perchè mi si siano presentati già dal 50° km.
Ora in testa ho una grande confusione e amarezza; un anno di preparazione, fatiche, allenamenti e sacrifici si sono rivelati inutili per raggiungere il mio sogno: una medaglia mondiale individuale.
In cuor mio sapevo di valerla; è vero che c'erano tanti avversari (e compagni di squadra)fortissimi, ma sapevo anche che la mia condizione era ottima e potevo giocarmi le mie carte.
Al via ero convinto e, allo sparo mi sono messo subito nel gruppo di testa! Eravamo tanti, una quindicina, tutti i migliori erano lì a parte Marco D'Innocenti che ha preferito una partenza più prudente.
C'erano anche atleti sconosciuti che non mi aspettavo di vedere lì e che hanno creato, insieme ai giapponesi degli strappi continui.
Io cercavo di correre regolare e ogni tanto, con i russi, gli spagnoli ed il polacco che è arrivato secondo, ci si staccava per poi riaccodarsi quando davanti rallentavano.
Il percorso, da Tuscania a Tarquinia era duro, un saliscendi continuo ma mai monotono e quindi è passato via bene.
Al 25° km un giapponese ha attaccato e dietro gli sono andati uno slovacco, un australiano ed un ucraino (tutti e 4 sconosciuti), poi si è mosso anche Giorgio Calcaterra a cui hanno risposto gli altri giapponesi e lo spagnolo che ha fatto 3°.
E così ci siamo trovati ad entrare nel circuito da ripetere 4 volte (al 37° km) in due gruppetti con 30" di differenza.
Lì è iniziata la vera gara, sapevo che davanti (Calcaterra a parte) non potevano tenere quel ritmo a lungo e, correndo appena sotto i 4' al km, piano piano sono riuscito a recuperare, un po' di atleti che avevano inizialmente osato troppo.
Stavo benissimo, con me c'erano i due russi più forti (tra cui Kharitonov, 3° al mondiale dello scorso anno e campione europeo in carica) ed uno spagnolo; lì conoscevo tutti e tre e stare con loro mi dava sicurezza perchè erano atleti di valore (tutti e tre già medagliati in precedenti edizioni dei vari campionati); non si andava fortissimo e non capivo come mai se la prendessero così comoda; l'ho capito poco dopo il passaggio alla maratona (2h45'40").....non ne avevano per andare più forte!
Sono rimasto solo al 45° km, al 50° km sono passato in 3h17'37" (proiezione finale di 6h35') ed ero in 10° posizione.
Mi sentivo ancora pieno di forze ma percepivo già i primi crampi ai polpacci.
Al 54° km, dove c'era il ristoro, mi dicono che sono 9° (avevo superato un canadese "morto") ma avviso Mauro di questo fastidioso problema.
Correvo ancora a 4' al km nonostante un forte vento contrario ed un asfalto decisamente "improponibile" per un mondiale.
Al 55° km ho ripreso prima uno svedese e poi i tre giapponesi che erano decisamente alla frutta.
A quel punto ero quinto e sapevo che il quarto era molto vicino.
Al 60° km, dove c'era la terza postazione di ristoro, al termine di un tratto in discesa, mi sono bloccato in mezzo alla strada per un violento attacco di crampi ai bicipiti femorali; non riuscivo più a muovermi! Mi hanno aiutato Nicola Tiso e Cristian (il cugino della Monica Carlin); ho bevuto, Nicola mi ha massaggiato e sono ripartito.
Avevo malissimo alle gambe e continui accenni di crampi; energie c'erano ma non le potevo sfruttare per spingere come volevo.
Al 62° mi sono ribloccato; incominciavo a temere di non riuscire più a ripartire.
Ho ripreso, mi aiutava la strada in leggera discesa ed il vento a favore.
Correvo sui 4'10" al km e sono passato al ristoro del 69° km dove c'era fermo il finlandese.
A quel punto ero quarto con lo spagnolo avanti di circa 1'30"-2'.
Dal 69° km al 74° km mi sono fermato in mezzo alla strada almeno 6-7 volte; non c'era più verso di correre, come mi muovevo, mi bloccavo per i crampi ai bicipiti femorali ed ai polpacci.
Il problema era che, come mi rilassavano un po' e potevo ripartire, percepivo i muscoli delle gambe completamente induriti e intossicati da queste violente contrazioni.
Nel frattempo (quando ero fermo) mi avevano superato un americano ed un russo.
Al ristoro del 74° km decido di fermarmi, poi però ho visto passare il trenino azzurro composto da D'Innocenti, Rigo e Caroni e quindi, incitato anche da loro, ho provato a ripartire stando con loro.
Purtroppo, dopo circa 500 metri, mi sono ribloccato per un'altra forte fitta di crampi alle coscie.
Lì è finito il mio mondiale.
Trascinarsi, camminando per 25 km non era il caso! Il campionato a squadre era in buone mani con i miei compagni che stavano facendo una grande gara.
A mente fredda cosa posso dire?
Innanzittutto fare i complimenti ai miei compagni che hanno corso benissimo; Calcaterra era impressionante per la tranquillità con cui ha corso, sempre in testa dal primo all'ultimo metro.
Gli altri tre (Marco, Andrea e Francesco) hanno fatto vedere come anche nella corsa a piedi il gioco di squadra è fondamentale e può portare a grossi risultati.
Bravissimo anhe Mario Fattore che era partito per fare 40 km e, alla fine, ha concluso la gara.
Stupende anche le ragazze con Monica Carlin in testa, che ha corso benissimo, in rimonta e dosando lo sforzo: un argento europeo e un bronzo mondiale individuale sono un risultato eccezionale.
Mi spiace per tutti i miei compagni di squadra che, come me, non sono riusciti per vari problemi, a finire la gara.
Ora sto cercando di capire il perchè di questi crampi; io ne soffro ma, di solito, le fitte che mi bloccano, le avverto solo dall'80° km, mentre ieri invece si sono presentati già dal 50° km.
Forse faceva caldo (20°), forse il vento, forse il percorso impegnativo, forse la tensione nervosa che credi di non avvertire ma che si manifesta nei modi più disparati, forse una programmazione che ha risentito dell'ultimo infortunio che mi ha costretto a tirarmi un po' il collo fino a poco prima della gara.
Di certo non mi sono venuti perchè ho esagerato con i ritmi o perchè non integravo bene nei rifornimenti (sali fin da subito ed in ogni ristoro).
E' andata così e non ci si può fare più nulla!
Ora bisogna trovare la voglia di lasciarsi tutto dietro e riprendere a lavorare per il prossimo anno.
Onestamente non ho assolutamente voglia di pensarci; non voglio pensare alla corsa e alle gare, voglio staccare da tutto e ricaricarmi soprattutto mentalmente da questa batosta.
Una cosa però la devo sottolineare: tutte le telefonate, i messaggi, le mail ed i commenti su questo blog, che mi sono arrivati per "incoraggiarmi" nonostante le cose siano andate male.
Sono manifestazioni d'affetto importantissime che mi fanno capire come, tutto sommato, quello che faccio e quello che sono, è apprezzato da tanta gente; l'autenticità degli apprezzamenti la vedi veramente solo quando le cose vanno male e, di gente, che in queste ore mi è stata vicina, ce ne stata veramente tanta.
Un grazie ai dirigenti/accompagnatori della squadra nazionale, ai miei grandi compagni e compagne di squadra, a tutto il Brema Running Team (grazie Mauro, Mirco, Carlo e Roberta) e a quelle che persone che ho visto realmente dispiaciute per il mio ritiro.
Se riprenderò ad allenarmi e a faticare non lo farò solo per me.

5 novembre 2008

ORMAI MANCA POCO

Ci siamo, il count down segna meno 2 giorni.
Emozioni? Tante e per fortuna positive!
Le sensazioni fisiche sono ottime, l'infortunio al polpaccio è quasi del tutto sparito e quando corro la mia mente non ci pensa più.
In questi giorni di pioggia ininterrota, di umidità da foresta equatoriale e di un caldo da metà primavera (oggi il termometro segnava 23° a mezzogiorno quando ho corso, con il 75% di umidità) i miei allenamenti si sono svolti decisamente bene e questo mi da grossa fiducia per sabato.
Sono giorni che penso a come correrò il mondiale, se seguirò il mio istinto che è quello di correre sempre con un po' di margine e in rimonta o se provare a correre "sull'uomo".
Tutto dipenderà anche dai ritmi che gli altri partecipanti vorranno tenere all'inizio.
Se partono a 3'30"-3'40" di certo li lascerò andare altrimenti proverò a rischiare qualcosa....forse!
Si perchè ci vuole sempre un grande rispetto per una distanza così lunga e, il primo avversario da battere è soprattutto la tua fatica.
Probabilmente deciderò un attimo dopo lo sparo che ritmi tenere, in base alle mie sensazioni del momento, al percorso che, nella prima parte, si presenta abbastanza impegnativo, alle condizioni climatiche (pioggia, vento, umidità, caldo, freddo,....), e anche alla situazione tattica che si verrà a creare.
In mente so bene a che ritmi posso correre per tantissimi km in una situazione ambientale "neutra" ma tutto diventerà "relativo" alla situazione che troveremo sabato mattina.
Baldini ad Atene nel 2004 disse:"O vinco o muoio!".
Io dico più semplicemente:"Arriverò a Tarquinia avendo dato tutto quanto ho in corpo.....sperando di non averne troppi davanti!".
Già! Perchè di avversari fortissimi ce ne sono davvero tanti e moltissimi con un personale migliore del mio.
A questo punto volevo fare alcune riflessioni che ho fatto in questi giorni che non sono strettamente collegate al discorso "mondiali".
La prima: inizialmente ho aperto questo blog soprattutto per me stesso, perchè mi piaceva l'idea di rileggere le mie emozioni ed i miei pensieri, relativi a qualche argomento, a distanza di qualche mese; ed in effetti, ogni tanto torno a rileggere certi post, come quello del Passatore o del mondiale dello scorso anno.
Poi mi sono reso conto che, a leggermi ci sono anche tante altre persone che mi hanno dimostrato affetto, stima ed amicizia, che mi hanno sempre incoraggiato e incitato a continuare su questa strada; alcuni scrivono commenti di apprezzamento, altri mi scrivono mail ed altri ancora mi inviano sms, ecco..... è anche per loro che sabato proverò a dare tutto quello che ho in corpo!
C'è anche chi non mi stima più di tanto, ma non è un problema! Accetto critiche e polemiche, basta che siano fatte con civiltà ed educazione e che abbiano dei fondamenti "reali" all'origine.
La seconda (e questa non c'entra proprio niente con i mondiali): conoscete Rafa Nadal? E' il tennista numero uno al mondo; sapete cosa ha fatto? Ha rinunciato a partecipare al Master ATP (torneo che raduna i migliori 8 giocatori al mondo in due gironi all'italiana, con semifinali incrociate e finale e che decreta il campione del mondo per la stagione in corso) e che gli avrebbe garantito un bonus di 1,5 milioni di dollari solo partecipando (senza contare poi gli eventuali premi) per essere al 100% per la finale di Coppa Davis con la Spagna in Argentina la settimana dopo.
Capite? Ha rinunciato a 1,5 milioni di dollari sicuri per giocare al top per il suo paese, per la sua nazione, la finale della Coppa Davis.
Qualcuno dirà:"Beh! Tanto di soldi lui ne ha già tanti!", è vero! Ma sono sempre 1,5 milioni di dollari ed il titolo di campione del mondo contro il voler rappresentare a tutti i costi il suo paese in una finale di Davis "terribile" (per il contesto ambientale) in Argentina.
Grande Nadal!
Sono un po' uscito dal contesto "corsa" perchè questa cosa mi ha molto colpito.... positivamente!
Beh! Ora vado a farmi l'ultima tecar al polpaccio e a prepararmi la borsa.
Spero di potervi raccontare un grande mondiale sui 100 km e vi prometto che: DARO' TUTTO!

2 novembre 2008

BREMA RUNNING TEAM E VENICE MARATHON

brema running team
Ho "rubato" la homepage del sito del mio gruppo podistico e l'ho "appicicata" in questo post.
Entrandovi, c'è la classifica dei componenti del gruppo alla Venice Marathon con la possibilità di vedere alcune immagini della nostra gara.
Cliccando sulla telecamerina vicino al mio nome si vedono anche delle riprese che mi riguardano durante la maratona.

1 novembre 2008

VENEZIA ED EMOZIONI


Come promesso la settimana scorsa voglio un po' raccontare cosa è stata per me, la maratona di Venezia di quest'anno.
Innanzitutto un'emozione incredibile e questo per mille motivi.
Faccio un passo indietro anzi, 18 passi inidetro, ovvero a 18 giorni prima della maratona, a mercoledì 08 ottobre.
Quel giorno è stato per me una "tragedia", podisticamente parlando ovviamente!
Dopo tre week end intensissimi, con un lunghissimo di 70 km, la maratona del Garda ed un altro lunghissimo di 60 km, il mio corpo ha ceduto; ha ceduto nel momento più inaspettato e cioè quando stavo veramente bene, sia muscolarmente che organicamente, almeno credevo!
A distanza di tre giorni da quel lunghissimo di 60 km condotto su ritmi per me eccellenti (3'50" al km...), eseguendo delle ripetute, mi sono letteralmente bloccato in mezzo alla strada per una fortissima contrattura al gemello laterale sinistro; non riuscivo più a muovermi, ho fatto persino fatica a ritornare in palestra.
Ero decisamente preoccupato anche se sapevo bene che le contratture, tra tutti gli infortuni muscolari, sono i più semplici da risolvere.
Ho iniziato subito a capire come curarmi; dovevo rilassare la muscolatura senza infiammarla ulteriormente e quindi mi sono affidato alle cure di un paio di massofisioterapisti che, con sistemi e interventi differenti hanno provato a darmi una mano.
Ovviamente ho dovuto interrompere la preparazione per tre giorni; tre giorni di riposo attivo fatto di stretching e cyclette.
La domenica successiva che, inizialmente doveva essere ancora di riposo, ho riprovato a correre piano piano; alla fine ho fatto una decina di km ma le fitte al polpaccio, purtroppo, c'erano ancora.
A quel punto mi sono detto:"Il mondiale è troppo vicino, mi mancano ancora dei lavori che devo assolutamente fare, o riprendo, stringo i denti, sopporto il dolore e spero che la contrattura passi da sola, o mi spacco del tutto! Tergiversare ed aspettare che passi con il riposo non me lo posso permettere".
Per l'08 novembre la contrattura, con dieci giorni di riposo assoluto, sarebbe sicuramente passata ma a discapito della condizione fisica; io al mondiale, volevo però essere al top.
Il lunedì dopo (due settimane prima di Venezia) ho ripreso.
Avevo male ma riuscivo a correre; purtroppo, in tre giorni che non avevo corso, sentivo che le belle sensazioni, che avevo prima dell'infortunio, erano sparite, complice una tecnica di corsa alterata dalle fitte alla gamba, delle temperature fuori dalla norma (oltre 26°) ed un tasso di umidità assurdo (80%).
Ho continuato così fino alla domenica prima della maratona; ho svolto lavori, ho corso a pieno regime anche su buoni ritmi ma sempre con delle forti fitte al polpaccio.
La domenica prima di Venezia, era in programma l'ultimo lunghissimo di 60 km che ho pensato di fare a Baselga di Pinè su un circuito di 4km e 20 metri che costeggia il lago della Serraia.
E' un circuito molto muscolare con salitelle e discesette continue (un po' come a Taruinia) a 1000 metri di altitudine; l'idea era di farlo 15 volte.
Il giorno prima, durante una seduta dalla massaggiatrice, ho però avuto un grave contrattempo: massaggiando, si è formato un grosso versamento che mi ha fatto diventare la caviglia come un melone; sentivo tutta la gamba intorpidita.
Nonostante la gamba gonfia ho provato lo stesso a fare questi 60 km.
Ho però subito avuto la percezione che qualcosa non andava bene; non era tanto la gamba a infastidirmi stavolta, ma una sensazione di svuotamento incredibile.
Ho fatto fatica fin dal primo giro (e ne dovevo fare 15....).
Mi sono messo lì a 4'00" al km ma faticavo, e tanto, per tenere un ritmo che di solito non mi crea disagi di nessun tipo.
Alla fine, dopo 10 giri, ho alzato bandiera bianca e mi sono fermato, esausto!
40 km a 4'00" al km potevano bastare in quelle condizioni.
Ero demoralizzato e tanto! A mente fredda, ho riletto tutta la settimana di allenamenti, le condizioni in cui si sono svolti, le condizioni psicologiche non ottimali a causa dell'infortunio, il massaggio del giorno prima che credo mi abbia "scombussolato" anche da un punto di vista ormonale oltre che muscolare, insomma..... tante cose avevano contribuito a questo insuccesso.
In più c'era il fallimento, quello dell'ultimo lunghissimo prima del mondiale!
Era troppo pesante da digerire, dovevo pensare a fare qualcosa per rimediare anche se il tempo era pochissimo.
L'unica cosa positiva era che avevo concluso la settimana con 180 km in cascina.
Tornando a casa in macchina ho ragionato su cosa fare:"Domenica prossima c'è Venezia, sono iscritto e ci tengo troppo a farla, ma devo assolutamente recuperare il lunghissimo di 60 km, come faccio?"
La decisione è stata immediata: maratona + altri 18 km.
L'unico problema è che a Venezia non si può correre in senso contrario alla maratona dopo l'arrivo e così, l'unica soluzione era di prendere il primo vaporetto che trovavo e tornare subito a casa per fare i 18 km restanti.
Per "compensare" la pausa di circa due ore tra maratona e secondo allenamento, ho deciso di correre la maratona leggermente più veloce del ritmo che vorrei tenere a Tarquinia e quindi ho pensato di impostarla a 3'45" al km.
La settimana prima di Venezia mi sono deciso anche ad eseguire delle terapie più decise per la gamba e così mi sono affidato alla TECAR.
Gli allenamenti sono proseguiti a pieno regime con il dolore che piano piano diventava un semplice fastidio, sempre presente, ma "solo" fastidio.
Inoltre il versamento, grazie anche ad un bel linfodrenaggio fattomi dal mio massofisioterapista, lunedì pomeriggio, si era ridotto e la caviglia non era più gonfia.
Il martedì ed il giovedì prima della gara ho svolto due bei lavori di ripetute su ritmi davvero, per me, buoni, e con chilometraggi che il giovedì sono arrivati ad essere addirittura di 32 km.
Incominciavo ad avere fiducia, a sentire buone sensazioni ed a sperare di arrivare a Tarquinia in ottima forma.
Venezia e l'allenamento del pomeriggio sarebbero stati un crocevia fondamentale.
Sabato pomeriggio sono andato all'expo dove ho passato tutto il tempo allo stand della Saucony dove me la sono passata a parlare con Genny Di Napoli e tutte le altre gentilissime persone che lavorano per quel brand in Italia, che, tra le altre cose, mi sponsorizza e per questo li ringrazio sempre davvero tanto.
Quest'anno a Venezia ero considerato un "top runner", avendo un personale sotto le 2h30'.... Incredibile! Non avrò mai corso in 2h13'-2h18' ma la soddisfazione di essere considerato comunque un atleta di buon livello è stata immensa.
Bellissimo è stato poi tutto il contesto pre-gara; sono arrivato a Stra in pulman, insieme agli altri top runner.
Durante il viaggio ho scambiato due chiacchiere con Vito Sardella che già conoscevo perchè è allenato da un tecnico dell'ultramaratona, Maurizio Riccitelli.
Ci hanno portato in una bella palestra vicino alla partenza; lì erano già posizionati dei materassini che ognuno di noi ha sfruttato per sedersi, distendersi e riposarsi prima della gara.
Vicino a me c'erano buona parte degli italiani: Alessandro Manente, Ferruccio Zorzetto, Giovanna Volpato, Monica Carlin, Said Boudalia e Genny Di Napoli che avrebbe fatto da "lepre" ad un suo amico fino alla mezza maratona.
Quell'oretta che siamo stati là è volata; eravamo tutti rilassati perchè nessuno di noi aveva in mente di fare una gara "tirata", per i più era un allenamento in vista di altre competizioni.
C'era una atmosfera molto rilassata, non dico goliardica ma molto piacevole e divertente.
Solo Boudalia voleva correre per fare il suo personale.
Ci siamo cambiati e tutti insieme abbiamo fatto il riscaldamento sulle stradine adiacenti alla palestra; mi sembrava di essere davvero un "atleta vero" in quel contesto e non un semplice amatore forse un po' più evoluto della media.
Mi venivano in mente le polemiche delle settimane prima, gli atleti di livello A e di livello B, tutte queste "caz...te" proferite da qualcuno; intanto io ero lì che mi assaporavo una maratona internazionale di altissimo livello insieme ad atleti professionisti: mi scaldavo con loro, vivevo insieme a loro le ansie pre gara, insomma.....ero lì, e questo mi dava una grande soddisfazione.
A 15' dal via ci hanno radunato e tutti insieme ci hanno portato corrichiando verso la partenza.
Come abbiamo raggiunto la strada parallela a quella della partenza (dall'altra parte del Brenta) abbiamo visto la grande marea di amatori che aspettavano la partenza; da parte loro gli amatori, non appena ci hanno visto hanno iniziato ad applaudirci.
E' stato bellissimo! Ho anche riconosciuto alcuni del Brema Running Team che dall'altra parte del fiume mi chiamavano e salutavano.
Alcuni amatori erano sull'argine opposto al nostro e facevano gli ultimi "bisogni pre gara" rivolti verso la strada dove eravamo noi.
Fantastica la battuta proferita da Genny Di Napoli:"Che strano! C'è chi ci applaude e chi ci "piscia" addosso!"
Siamo saliti sul barcone che ci ha trasbordati verso la linea di partenza.
Mi sono messo tra gli ultimi dei top in quanto sapevo bene che i miei ritmi erano decisamente più bassi di quelli degli africani.
Ho voluto raccontare anche il "prima" della maratona perchè è stato veramente "emozionante".
La gara l'ho impostata su ritmi anche un po' più "allegri" di quello che pensavo ma l'adrenalina era tanta e non potevo prendermela troppo comoda.
Dopo un un km sono rimasto solo! Le prime donne viaggiavano troppo veloci (3'30" al km) per il tipo di corsa che volevo fare.
Io mi sono assestato a 3'38"-3'40" che tenevo con facilità.
Al 3° km mi si è attaccato il mio babbo in bici che mi ha accompagnato fino al Tronchetto.
E' stato molto bello correre sulle strade di casa; tanta, ma tanta gente come quest'anno non l'avevo mai vista! Dappertutto trovavo qualcuno che mi conosceva e mi applaudiva e, non essendo al gancio, riuscivo anche a rispondere ai saluti.
L'unico problemino che ho avuto è stato poco prima di Malcontenta al 17° km quando mi sono dovuto fermare per circa 35" a fare un bisogno fisiologico "pesante", dietro ad un bidone dell'immondizia! Non ne potevo più, non puntando al tempo ho preferito correre "libero".
L'unico peccato è che, in quel pit stop, mi ha superato un gruppettino con la Desco e De Gaspari con i quali avrei potuto correre per un po' di km; li ho avuti sempre lì a 100 metri per 15 km ma l'andatura era la stessa e non riuscivo a prenderli anche perchè non volevo accelerare troppo, pensavo anche al pomeriggio e agli altri 18 km che dovevo fare.
Sono passato alla mezza in 01h16'41"; ero contento del passaggio perchè pensavo al tempo perso nello stop, all'aria contro che abbiamo avuto fino a quel punto e alle mie buone sensazioni.
Marghera, Mestre sono volate e con loro amici e anche parenti che al mio passaggio mi hanno salutato ed incitato.
Aspettavo il parco di S.Giuliano perchè sapevo che sarebbe stato pieno di gente; e così è stato! Certo che è proprio duro il passaggio al suo interno: il ponte per entrarci, la collinetta, le curve, riuscire a tenere un ritmo costante ed in spinta è davvero difficile.
Anche qui tanta gente che mi saluta! Ho sentito anche dei commenti al mio passaggio che mi hanno fatto davvero piacere; indossavo due pettorali, quello davanti con il numero, quello dietro con il nome e, quando leggevano il mio, dicevano:"Questo è quello che fa i 100 km!".
Un signore mi ha urlato:"Dai Boffo che per te questa è una volata!"
Mi divertivo a sentire questi incitamenti; ero rilassato, contento, le sensazioni erano ottime anche se un po' di fatica, ovviamente la percepivo, stavo comunque correndo da 30 km a 3'38"-3'40".
Dentro al parco ho iniziato anche a riprendere atleti partiti più forte di me e questo non mi dispiaceva affatto; ho visto in "diretta" il ritiro della Desco che era davanti a me di 50 metri; si è fermata di colpo e non è più ripartita; e si che mi pareva che stava correndo davvero bene!
Sul ponte della libertà non ho avuto problemi, il vento era di traverso e non contro quindi non rallentava più di tanto; ragionavo che, nonostante il finale di Venezia sia terribile, sarei riuscito a stare sotto le o2h35'.
Ho ripreso due keniane e altri atleti ancora nella discesetta del Tronchetto; entrato a Venezia me la sono proprio gustata: la gente, lo scenario, tutto!
Certo che è un finale davvero duro: 14 ponti non proprio morbidi, uno dei quali con una curva di 90°, tantissime curve, il porfido, i piastroni,.....
Venezia per fare grandi tempi non è proprio indicata.
Basta vedere cosa ha fatto la Kalovics che, venuta per battere il record femminile della gara (02h27' e spicci), lei che ha un personale di 02h26', ha finito oltre le 02h31'.
Fatto l'ultimo ponte, ho visto il traguardo, in quegli ultimi 160 metri mi sono girato verso il pubblico dove sapevo di trovare mia mamma e mia sorella e sono anche riuscito a vederle nella confusione, come ho visto anche alcuni amici del Brema Running Team.
Ho chiuso in 02h34'07", seconda mezza in 01h17'26", 30° assoluto e 10° italiano.
Decisamente bene considerato tutto!
Ho cercato di cambiarmi il più velocemente possibile, ho preso il primo vaporetto che ho trovato, il treno e, arrivato a Mestre, con mia mamma e mia sorella abbiamo preso la macchina che Paola (mia sorella) aveva parcheggiato vicino la stazione.
Arrivato a casa c'era mio padre che non conosceva le mie intenzioni di correre ancora, aveva scaldato le lasagne che erano già sul piatto....fumanti!
Ho dovuto fare un grosso sforzo per rinuniciare a mangiare e partire subito.
Per motivarmi ancora di più, ho indossato il completino della nazionale (anche per provarlo prima dei mondiali...) e sono così partito.
Mi sarei accontentato di correre intorno ai 4'10"-4'15" al km, l'importante era farli, il ritmo era un dettaglio in più.
Alla fine ho chiuso quell'allenamento decisamente bene, in spinta, alla media di 4'00"al km (01h11'53"), con l'ultimo 1000 a 3'50".
Le gambe giravano da sole e le sensazioni sono state ottime.
Alla fine, seppur con una pausa di circa 2 ore e mezza tra la maratona ed il secondo allenamento (senza aver però mangiato nulla) ho chiuso i 60 km e 195 metri in 03h46'00".
Beh! Che dire? Decisamente soddisfatto!
Questa settimana è stata ottima come allenamenti, soprattutto i 30 km di ieri sul Montello dove ho provato un po' di salite e discese e ricercare un po' il ritmo da tenere quando la strada sale (o scende).
Ora il morale è davvero buono e le speranze di fare un gran bel mondiale sono ancora intatte nonostante l'infortunio che ho avuto e che poteva pregiudicare un anno di preparazione.
Prima di partire per Tarquinia, cercherò di scrivere ancora qualcosa per raccontare un po' le mie sensazioni ed emozioni proprio in prossimità del grande evento.
Intanto volevo anche ringranziare tutti coloro che mi hanno scritto via mail o inviato sms.
Alcuni mi hanno inviato anche delle bellissime foto che "attaccherò" su questo post.
A presto.