RICORDI DI UN MONDIALE

26 dicembre 2008

LA MIA STAGIONE 2008

Dato che ultimamente non sto facendo nulla di “sportivamente interessante”, mi divertirò a rivisitare la mia stagione agonistica che si è “tristemente conclusa” lo scorso 08 novembre a Tarquinia.
Molti sanno che non sono uno "sfegatato" frequentatore di gare.
Ne corro poche e solo in funzione dei due grossi appuntamenti che scelgo ad inizio stagione.
Per quest’anno, i due grossi appuntamenti erano il Passatore in primavera ed i mondiali sui 100 km a Tarquinia in autunno.
Mezze, maratone, le altre ultra che corro, sono solo tappe di passaggio che “dovrebbero” portarmi in forma per le due 100 che corro nell’anno.
Gare che non preparo quindi in modo specifico, ma cerco comunque di “rispettarle” e di ottenere il massimo di quello che posso ottenere in quel momento.
Ma andiamo con ordine! Quest’anno ho esordito parecchio tardi, il 02 marzo con una nuova corsa di 31,1 km, la Belluno-Feltre.
Percorso che, a dispetto della planimetria che la indica con un pendenza in costante discesa, ha anche parecchi strappetti, più o meno lunghi, e che la rendono quindi muscolarmente impegnativa.
Il giorno prima di quella gara, ho pensato bene di “agganciare” 30 km collinari sul Montello; ho eseguito quindi un blocco speciale con due 30km in due giorni; l’idea era di fare 30 km il sabato con salite e discese continue e la gara la domenica al ritmo che presumevo di valere in maratona.
Questo in funzione dell’imminente maratona di Treviso in cui volevo scendere sotto le 02h30’.
La gara è andata bene, mi sono divertito, sono arrivato stanco ma contento per aver corso i 31,1 km in 01h49’42” alla media di 3’31,5” al km, e 11° classificato assoluto, dietro a campioni come Bourifa, Boudalia, Modica, e De Gaspari.
Bella gara, belle sensazioni, tanta gente sul percorso (a sua volta molto bello) e soprattutto bella giornata passata con gli amici del Brema Running Team con cui ho fatto il viaggio di andata e ritorno.
La domenica dopo, il 09 marzo, era in previsione una delle gare che più mi piacciono in assoluto: l’ultramaratona del Trasimeno, una gara di 58 km abbondanti che fa il periplo del lago Trasimeno in Umbria.
Questa gara mi piace per tantissimi motivi: il primo è perché adoro l’umbria ed è un’occasione per andare a trovare i miei parenti ad Orvieto da cui soggiorno per tre giorni, il secondo è perché il percorso è stupendo, il terzo è perché la gara è stupendamente organizzata nonostante sia aperta al traffico (mi sono anche preso una specchiata ad un braccio da una jeep che non si è nemmeno fermata), il quarto è perché lì vado sempre fortissimo.
E anche quest’anno ho fatto una delle più belle mie gare; sono arrivato 2° in 03h38’ (ma con il senno di poi quella gara è come se l’avessi vinta) dietro a Barbi (è per quello che dico che quella gara è come se l’avessi vinta); ho corso ad un ritmo costante di 3’45” al km senza mai patire più di tanto ed arrivando ancora in forze al traguardo posto in salita a Castiglion del Lago.
Ero proprio contento e fiducioso per l’imminente maratona di Treviso del 30 marzo.
In quella maratona ero conscio che sarei potuto scendere per la prima volta sotto le 02h30’; volevo per forza abbattere quel muro anche perché mi sentivo veramente bene.
Inoltre, per la prima volta, venivo considerato come un top runner e ho potuto godere di tutti i quei piccoli privilegi di cui i “top” possono usufruire, primo fra tutti, il non dover stare più di mezz’ora in piedi nelle gabbie in attesa del via.
E’ stata una corsa per me perfetta, proprio come me la ero immaginata: partenza regolare in gruppetto per potersi aiutare, e finale in progressione! Prima mezza in 01h14’47” e seconda mezza in 01h13’38” per un tempo finale di 02h28’25”, 14° posto assoluto, 7° italiano e personale abbassato di 2’20”…..non male!
Ho fatto una piccola verifica in internet e ho visto che dal 30° km all’arrivo, in quel parziale di 12 km abbondanti, solo Curzi (che ha vinto la gara), 4 keniani e Achmuller hanno corso più velocemente di me!
E’ stato molto bello, il passaggio sul Ponte, poco dopo il ricongiungimento dei 3 percorsi: fantastico, da pelle d’oca! Mai vista tanta gente sul percorso di una maratona in Italia; gente che applaudiva, incitava e ti dava tanta carica.
Treviso l’ho già corsa due volte e ci ritornerò anche nel 2009; ha tutto quello che un maratoneta può chiedere ad una maratona: percorso veloce, ottima organizzazione, passaggi suggestivi e tanta gente sul percorso.
Dopo Treviso, la preparazione era incentrata in modo ancor più finalizzato per il Passatore.
Due settimane dopo, il 13 aprile, era prevista una mezza maratona a due passi da casa mia, la mezza “dei Dogi”.
Preparare una 100 km inserendo delle mezze è un modo un po’ “strano” di allenarsi ma, in quell’occasione, ho voluto condire quella gara con un lunghissimo di 60 km la domenica prima (quella successiva a Treviso), una settimana di allenamenti molto impegnativi, 22 km collinari il giorno prima, 6 km prima della gara e altri 10 km al ritmo del “medio” dopo.
La gara volevo comunque spingerla al massimo per le condizioni in cui ero; l’idea era quella di fare un bell’allenamento tirato per poi correre ancora in carenza di glicogeno ed abituarmi ad utilizzare i grassi come combustibile principale.
Risultato? Ho fatto il personale sulla mezza! 01h12’14”.
E’ vero non è un gran tempo ma, per me e le mie caratteristiche lo è, soprattutto per come è stato ottenuto. Il piazzamento è stato modesto, 17° esimo ma non aveva nessuna importanza!
Avevo fatto il personale, avevo condotto un ottimo allenamento: ero contento così! Un altro passo avanti verso la Firenze-Faenza!
Ma il sabato dopo c’era un’altra gara , forse il vero test prima del Passatore: la 6 ore di Ciserano.
Ero molto combattutto se partecipare a quella manifestazione, non ero convinto che fosse una buona idea soprattutto per le caratteristiche del percorso.
A spaventarmi non era tanto il fatto che fosse un anello di 1 km esatto da ripetere tante volte per 6 ore, ma era la strettezza di alcuni passaggi che avevo notato nelle foto delle edizioni precedenti.
Ho chiamato il presidente dei Runners Bergamo (la società organizzatrice) il signor Gregorio Zucchinali (ora nuovo presidente della Iuta), che, molto gentilmente, mi ha confermato quello che avevo visto nelle foto, ma che avrebbe anche fatto il possibile per agevolare la corsa di tutti.
Quando sono arrivato a Ciserano, sabato 19 aprile verso mezzogiorno, e ho visto nella realtà la situazione, non volevo nemmeno partire! I passaggi erano anche più stretti di quello che avevo immaginato (1 metro e poco più in certi punti), 4 curve ad angolo retto per giro, uno scalino, ma soprattutto duecento persone che giravano attorno (c’era anche la 24 ore che era già partita 4 ore prima).
“Impossibile correre!” ho pensato; “Torno a casa!”.
Ma dato che ero là, sono partito comunque! E’ stata una gara che non mi sono gustato fino in fondo.
Ad ogni giro doppiavo decine e decine di runners “camminatori” che di certo non si dannavano l’anima per farmi passare.
In certi punti mi sono dovuto proprio fermare perché non c’era spazio per passare da nessuna parte.
In questo contesto mi sono potuto rendere conto di come siano diverse le persone: c’è stato chi, ad ogni mio passaggio, avvisato da un “permessoooo” si fermava, si spostava, mi lasciava passare senza farmi rallentare e, addirittura mi incitava; e c’è stato chi mi ha anche mandato a “fanculo” solo perché gli ho fatto notare che non era il caso di usare il cellulare standosene tranquillamente in mezzo al già stretto percorso di gara.
Ad ogni giro questo “maleducato” (anche se il termine che mi viene in mente è un altro ed inizia per s e finisce per o con una z in mezzo) mi insultava e non si scansava di un millimetro.
E’ stata una gara vissuta un po’ così…..diciamo “nervosamente”.
All’8° giro mi sono anche procurato una piccola distorsione alla caviglia, a causa di un pozzetto posto sotto la moquette.
Risultato? 89km633 metri, quasi record italiano (è di 90 km esatti) e primo classificato!
Questa misura rimane comunque la miglior prestazione mondiale stagionale sulla distanza delle 6 ore.
Ero più arrabbiato che contento! Mancare un record italiano di 367 metri dopo 6 ore è un po’ una beffa! Anche perché facevo tutte le considerazioni riguardo a come si è svolta la gara, al “traffico” sul percorso, al percorso stesso, insomma contento per l’ottima prestazione ma con un po’ di amaro in bocca.
Gli organizzatori sono stati eccezionali ma i problemi che si sono creati erano semplicemente inevitabili.
Dopo un po’ di riposo e ripresi gli allenamenti, il 01 maggio ho partecipato alla prima edizione dell’ora di Martellago organizzata dal mio gruppo podistico, il Brema Running Team.
La gara si svolgeva su un circuito di 1 km078 metri.
Era l’occasione giusta per riacquisire un po’ di brillantezza dopo gare ed allenamenti lunghi.
Non perché gli organizzatori sono tutti miei amici, ma hanno fatto le cose veramente alla grande e anch’io mi sono veramente divertito a correre una distanza a me non troppo congeniale.
Ho percorso 17km630 metri arrivando 2° dietro al mio amico Alessandro Manente ma davanti, e per me è la prima volta, ad un atleta marocchino.
Non pensavo di poter correre a 3’24” di media per un’ora dopo soli 10 giorni da una sei ore.
Ormai i giorni che mancavano al Passatore erano davvero pochi; c’era ancora un lunghissimo collinare di 60 km da affrontare e la maratona del Custoza.
Fatto il lunghissimo domenica 04 maggio con ottime sensazioni, la domenica successiva mi sono schierato alla partenza della maratona del Custoza, a Sommacampagna.
L’unico obiettivo che avevo, era quello di correre intorno alle 02h35’ e migliorare il tempo fatto segnare l’anno prima 02h39’28”.
Come è andata? Beh! Nel modo più insperato….ho vinto! Ho corso in 02h33’43” sbagliando anche strada (ho allungato di circa 300 metri); ed ho vinto anche nel modo più bello, recuperando sul finale e superando chi mi precedeva (Bogdanich…) solo al 40° km.
E’ stata un’emozione mai provata, vincere una maratona, anche se non con una partecipazione così “qualificata” (non c’erano ovviamente africani e gli atleti italiani da meno di 02h20’), è pur sempre una bella soddisfazione, e poi era la mia prima vittoria su questa distanza.
Inoltre c’era da mettere in considerazione che la condizione era davvero ottima e che al Passatore potevo fare veramente una grande gara.
Qui a Sommacampagna, ho provato le emozioni più belle di tutta la stagione; entrare nell’ultimo rettilineo ormai certo di vincere è stato un momento indescrivibile.
Ero lucido, stavo benissimo e mi sono goduto quei 200 metri finali in modo intenso.
E siamo al 30 maggio, al Passatore; riguardo a come è andata questa gara ho scritto uno dei miei primi post di questo blog.
In questo momento mi ricordo le ottime sensazioni durante tutta la gara, l’aver corso sempre in controllo ed il recupero su chi era partito più velocemente.
Ricordo anche che ero sicuro di arrivare al podio (stavo troppo bene….), e che speravo in una crisi di Calcaterra per poter raggiungere il massimo risultato.
Crisi che ovviamente non c’è stata (è andato come un treno….) e mi sono dovuto “accontentare” del secondo posto.
Certo che parlare di “accontentarsi” di un secondo posto al Passatore può apparire quasi “blasfemo”; è stato comunque un risultato eccezionale anche perché al via c’erano tutti i più forti italiani (oltre a Calcaterra erano presenti D’Innocenti, Caroni, Rigo, Fattore, Sartori, Trincheri, Malfatti, Di Toma,….) e alcuni russi molto competitivi.
Mi ricordo anche del grande tifo lungo la strada e soprattutto negli ultimi due chilometri; tagliato il traguardo ho avuto una sensazione quasi di “delusione”.
Delusione perché non sono riuscito a gustarmi gli ultimi metri come avrei voluto, troppo attento a gestire i crampi che anche in quella occasione si sono presentati in forma molto acuta, e che non mi hanno consentito di scendere per soli 43” sotto le 7 ore.
Ora, a distanza di 7 mesi, quella delusione ha lasciato spazio alla soddisfazione di aver comunque compiuto una grande gara.
L’estate è passata via senza gare in preparazione di quello che doveva essere l’appuntamento clou del 2008: il mondiale di Tarquinia sui 100 km.
Il 5-6-7 settembre era fissato un raduno della nazionale di ultramaratona a Luco dei Marsi (AQ) in occasione del campionato italiano sulle 6 ore.
Era un appuntamento molto stimolante: confrontarsi con tutti gli altri compagni di nazionale in una gara dura come una 6 ore.
Il percorso era di 1337 metri, con due giri di boa, una salitella, una discesetta, e due falsipiani (uno in salita ed uno in discesa).
Ancor prima di partire avevo capito che sarebbe stata dura finirla: c’erano 36° con il 70% di umidità.
Ed infatti, dopo poco più di 4 ore e quasi 61 km fatti (media di 3’59” al km), quando ero al comando con 2,5 km di vantaggio sul secondo (Andrea Rigo….) ho deciso di fermarmi.
Mi è dispiaciuto molto ritirarmi ma correre per altre due ore con quel clima, voleva dire rischiare di farsi davvero del male e precludere il resto della preparazione in vista del mondiale.
Dimenticata la non positiva esperienza della 6 ore di Luco, ho voluto rifarmi alla maratona del Garda.
Ero nel pieno della preparazione per i mondiali, sentivo che la condizione stava crescendo bene e così ho provato ad impostare una gara ad un ritmo un po’ più veloce del programmato.
Anche di questa maratona ho scritto un post (nel mese di settembre…) che ne descrive i momenti più importanti.
L’ho conclusa in terza posizione in 02h30’35”, la mia seconda miglior prestazione in maratona, primo italiano.
Di certo non mi aspettavo un riscontro cronometrico così positivo e ancor di più un piazzamento così importante in una maratona con 1500 iscritti.
La gara è semplicemente stupenda; un percorso eccezionale, duro ma con un paesaggio incredibile, con parecchia gente ad applaudire.
Una bellissima esperienza che nella prossima stagione mi piacerebbe ripetere.
E siamo alla maratona di casa: la Venice Marathon.
Beh! Di questa maratona (che ho corso 6 volte) conosco ogni strada dato che ci vivo a Venezia (terraferma….).
Quest’anno l’ho affrontata con un piglio diverso; doveva essere l’ultima gara prima dei mondiali e non potevo tirarmi troppo il collo.
Sono però sopraggiunti degli “imprevisti”, alcuni piacevoli (l’inserimento tra i top runner) ed altri meno (l’infortunio al polpaccio).
L’infortunio mi ha fatto “saltare” l’ultimo lunghissimo di 60 km la domenica prima.
Psicologicamente questo mi disturbava e così avevo stabilito di fare altri 18 km al termine della maratona per eseguire quel lunghissimo interrotto la settimana precedente.
L’inserimento tra i top runner invece, mi induceva a spingere più di quello che avrei dovuto o voluto.
E così alla fine è venuto fuori un tempo di 02h34’08”, 30° assoluto a cui è seguito, due ore e mezza dopo, un altro allenamento di 18 km a 4’00” al km.
Durante i 42 km da Stra a Venezia mi sono veramente divertito; quest’anno c’era veramente tantissima gente lungo il percorso, la giornata era splendida e, il non farla troppo al gancio, mi ha permesso di godermi il passaggio nelle vie della mia provincia.
L’arrivo a Venezia poi è veramente suggestivo, scendere dall’ultimo ponte con le ultime decine di metri da fare di slancio, è veramente unico.
E qui finisce la mia stagione!
E il mondiale? Beh! Di quella gara ho già detto e scritto troppo, tutti sanno come è andata, inutile tornarci sopra.
La voglio solo dimenticare, o meglio, voglio solo imparare dagli errori fatti per non dover più rimpiangere un qualcosa che potevo raggiungere e che mi sono lasciato sfuggire.
Sopra, ho inserito una slide show con le foto delle mie gare del 2008......un insieme, nel bene e nel male di emozioni difficili da dimenticare.
La canzone che accompagna le foto è degli U2 e dice:"but I still haven't found what I looking for" che tradotto vuol dire "Ma non ho ancora trovato ciò che sto cercando".
Speriamo di trovarlo nel 2009, magari in Belgio a giugno......buone feste a tutti!

23 dicembre 2008

NATALE

Scrivo questo post a distanza di una settimana dal mio ultimo intervento su questo blog.
E’stata una settimana molto impegnativa..... lavorativamente parlando.
Gli allenamenti procedono bene, secondo programma, e la condizione fisica sta, piano piano, tornando su livelli almeno “sufficienti”!
Certo! Vado ancora molto piano, faccio fatica e ho ancora 4 chili in più rispetto al mio peso forma ma, a questo punto della preparazione va bene anche così.
Cambiando discorso, volevo fare un augurio a tutti!
Augurio che non vuol essere un semplice "passate bene le feste e divertitevi!" ma bensì:"Cercate di cogliere il vero significato del Natale".
Natale che non deve essere solo un spendere e spandere e grandi mangiate ma anche un qualcosa di assolutamente più profondo e spirituale.
Vi auguro di riuscire a trovare il tempo, ma soprattutto la voglia, per capire che questi sono giorni impegnativi non solo per fare acquisti, preparare cenoni o organizzare viaggi e vacanze, ma anche per approcciarsi al "vero Natale" nel miglior modo possibile.
Ognuno poi ha la sua "concezione" del Natale, l'importante è che non sia solo "materiale".
Questo è l'augurio che faccio a chi legge il mio blog e che faccio anche a me stesso e ai miei cari.
Buon Natale!

16 dicembre 2008

40' DI TAPIS ROULANT....ALTRO CHE 100 KM!

Oggi ho ceduto pure io!
Dopo 5 giorni di secchiate d'acqua mi sono stufato di uscire all'aperto e correre sotto veri diluvi: pioggia forte, vento, pozzanghere che hanno dimensioni di laghetti di montagna, macchine che "senza volerlo" (diciamo così.....) mi facevano veri e propri gavettoni e allenamenti terminati con le rane nelle scarpe.
Oggi, di tutto questo ne avevo abbastanza anche perchè, alla fine, allenarsi in queste condizioni era piuttosto controproducente; fare ripetute o variazioni contro muri di vento, dribblando le pozzanghere e stando attenti a non essere investiti non era decisamente il caso.
Ho quindi stravolto la mia preparazione settimanale anticipando ad oggi la seduta con i pesi prevista per domani mattina e inserito un lavoro di scarico sul tapis roulant di 40'.
Premetto: non avevo mai corso 40' continui sul tappetto.
Prima dei pesi, normalmente, ci corro sopra circa 10'-15' a ritmo blando ma non mi ero mai avventurato oltre.
E così, dopo gli esercizi di potenziamento, mi ci sono voluto cimentare.
L'unico obbiettivo era di correre intorno alle 150 pulsazioni al minuto, la velocità sarebbe stata una conseguenza.
Sapevo che sarebbe stata dura, non tanto fisicamente ma soprattutto mentalmente e così, per farmela passare mi sono munito anch'io di I-pod, cosa che non faccio mai mai mai.
Dopo 5 minuti ero già scogl....ato e pensavo:"Corro corro e sono sempre sullo stesso metro quadro".
Cercavo di distrarmi guardando la gente in palestra, i programmi in tv, fuori dalle finestre (e ne veniva giù tanta di acqua) ma, niente! ..... Non mi passava!
E così ho iniziato a concentrarmi solo sulla musica e a fantasticare; fantasticavo su una 100 km che avrei dovuto ancora correre (avevo scelto le Olimpiadi di Londra del 2012... magari la 100 km diventerà veramente disciplina olimpica), a quelli che erano i miei avversari in quella gara, al percorso, al pubblico nello stadio che aspettava l'arrivo, ai km che stavano passando, a Bragagna che faceva la telecronaca, ai miei amici che guardavano in tv quella corsa che stavo fantasticando ...... Tutte "cavolate" del genere.
Ma tra tante cavolate che mi passavano per la testa e all'aiuto di Bon Jovi, Linkin Park, U2 e Negramaro, mi sono arrivati i 35'.
Me ne mancavano solo 5' e così, aumentando la velocità del tapis, ho fantasticato l'ultimo km di quella corsa che stavo immaginando, a Bragagna che lo commentava, all'eccitazione di chi assisteva alle fasi cruciali, all'entrata nello stadio e, quando mancavano pochi secondi, al traguardo che stavo per superare e che poi ho superato.
Indovinate come mi sono piazzato in quella gara??
Beh! Se non vinco per davvero almeno lasciatemelo fare con l'immaginazione; almeno così mi faccio passare 40' sul tapis.
Ma domani, pioggia o non pioggia, si torna a correre fuori.
Promesso!

P.S. Il laghetto l'ho fatto anch'io, ma di sudore.... Mamma quanto ho sudato!

12 dicembre 2008

COME PROCEDE......

Come procedono gli allenamenti??
Direi benino, sono moderatamente soddisfatto soprattutto perchè, pur essendo anni luce lontano da una condizione accettabile, riesco a correre senza sentire male da nessuna parte, il che è estremamente positivo!
Le tre settimane di quasi completa assenza dalla corsa, hanno raggiunto il loro scopo: farmi smaltire completamente gli infortuni che mi ero trascinato durante la preparazione per lo scorso mondiale.
Ora che sto benino, sto cercando di fare tutto quello che c'è da fare per evitare proprio gli infortuni ovvero: tanta palestra, tanto stretching e tanta mobilità articolare.
A confortarmi poi, c'è il fatto che, l'anno scorso, a questo punto della preparazione (verso la fine della 2° settimana) andavo decisamente più piano a facevo decisamente più fatica.
Ho cambiato anche qualcosa con il potenziamento in palestra e questo potrebbe, inizialmente, rallentarmi ulteriormente ma, in seguito, darmi dei vantaggi in termini di forza e potenza soprattutto nelle distanze più corte ed in salita.
Ho voglia di correre (nonostante le caterbe d'acqua che mi sto prendendo....) e di faticare; spero che questa voglia rimanga sempre intatta in attesa della prossima stagione agonistica e di una condizione ottimale.

8 dicembre 2008

HO RIPRESO......MA CHE FATICA!

E' passata una settimana dalla ripresa dei miei allenamenti per la prossima stagione.
Devo essere sincero: sto facendo una fatica "incredibile"!
All'entusiasmo e alla voglia di riprendere a correre e di provare quelle belle sensazioni che un bell'allenamento ti lascia per qualche ora, si aggiunge però uno stato di "prostrazione" per l'immensa fatica che si percepisce nonostante i ritmi siano decisamente blandi e i km decisamente pochi, rispetto ai carichi che ero abituato a fare quando la forma era al top!
Mi consola il fatto che, controllando i tempi e gli allenamenti della scorsa stagione, i risultati fossero gli stessi (se non peggiori....).
Per scelta, quando decido di "staccare" dalla corsa, stacco davvero!
Tre settimane dove mi sono rigenerato sia da un punto di vista fisico ma soprattutto nervoso.
In 20 giorni ho corso solo 4 volte per non più di 35'-40' e dopo il mondiale di Tarquinia, sono stato completamente fermo per 10 giorni.
Così facendo è normale che si perda completamente la condizione.
Per fortuna che muscoli e cuore hanno memoria e poi si riprende.
Certo che, abituato a correre i fondi lenti a 3'50 a 155 bpm, trovarsi a fare gli stessi allenamenti (più corti) con 20" in più al km e 10 pulsazioni in più al minuto è davvero sconfortante.
Già dopo una settimana qualcosina sta migliorando, ma una condizione sufficiente è davvero distante da ottenere.
Gli anni scorsi ho visto che, per correre su ritmi discreti facendo una fatica contenuta, ci ho messo un mese abbondante.
L'importante è tenere duro e, soprattutto, continuare a lavorare con metodo, così come mi sono imposto per questa nuova avventura che dovrà culminare il prossimo giugno in Belgio.

4 dicembre 2008

CRAMPI, CPK E DOTTORI

Dopo la cocente delusione dei mondiali di Tarquinia ho cercato di andare a fondo riguardo al problema che mi è occorso: i crampi.
Anche in passato ne avevo sofferto come ad esempio in Korea, nel 2006, quando, durante i mondiali, verso l'80° km viaggiavo in 8° posizione e con una proiezione finale di circa 06h45'-06h50', sono stato letteralmente "bloccato"; in quell'occasione sono riuscito a terminare la gara in 18° posizione, in 07h12' e facendo gli ultimi 10 km in 58'43".
Oppure al Passatore di quest'anno, quando, a causa dei crampi, non sono riuscito a scendere sotto le 07 ore per un soffio....a Brisighella sono passato con un tempo che senza tanto spingere nel finale, mi avrebbe permesso di terminare in 06h55'.
Dati i precedenti mi sono quindi mosso interpellando medici e nutrizionisti per capire come potevo risolvere il problema.
Ho fatto degli esami del sangue dopo 10 giorni di assoluto riposo e ancora molti valori erano piuttosto "scombussolati", CPK e ferritina tra tutti.
Più o meno la cosa che mi hanno detto tutti è stata la seguente: sei troppo usurato, ti alleni troppo, devi riposare di più!
Ma come si fa a preparare un mondiale sui 100 km e sperare di correrlo da protagonisti, senza allenarsi tanto?
Come si fa ad arrivare riposati, con tutti i valori a posto, dopo un periodo di preparazione per una gara così lunga ed impegnativa?
Probabilmente quest'anno, la mia preparazione è stata condizionata dai due infortuni muscolari che mi hanno fatto cambiare i programmi in corsa, e non mi hanno consentito di scaricare sufficientemente le settimane a ridosso dei mondiali (l'ultimo lunghissimo l'ho corso solo 13 giorni prima: maratona di Venezia più altri 18 km).
Ma resta il fatto che ogni volta che faccio gli esami del sangue ho questo benedetto CPK anche 6-7 volte superiore alla norma.
Chi ho consultato mi ha detto che i crampi, probabilmente, si formano non per una carenza elettrolitica, ma perchè mi sono presentato al via "troppo allenato", ovvero "stanco" (anche se a me non sembrava proprio...almeno io mi sentivo bene!).
Cosa è il CPK? In parole povere è un enzima muscolare che "aiuta" la ricostruzione muscolare quando le fibre sono danneggiate; in pratica, quando è superiore alla norma, indica che c'è un danno muscolare in corso.
Il mese prima dei mondiali (5-6 giorni prima dell'infortunio al polpaccio) avevo questo valore a 570 contro un massimo di 170 (una volta, a febbraio, lo avevo anche a 2800....il giorno prima avevo fatto un lungo di 40 km).
Il che è normale quando uno corre una media di 25-30 km al giorno ma allora?
Come si fa ad avere il CPK normale e quindi avere una perfetta efficienza muscolare, allenandosi tutti giorni?
I più preparati in metodologia di allenamento mi diranno:"Devi inserire delle sedute di scarico!".
Cosa che ovviamente ho fatto; gli esami sono stati fatti dopo 4 giorni di corsa lenta o rigenerante che hanno seguito la maratona del Garda.
Oggi sono stato da un neurologo che, addirittura, per capirci di più, ha chiesto di fare gli esami del sangue anche a tutta la mia famiglia e successivamente un'elettromiografia e, se non basta, anche una biopsia muscolare.
Pensa addirittura che ci possa essere una qualche malattia muscolare. Bah! Mi sento di escluderlo (tocco ferro!)
Starò ancora più attento allo scarico, mi allenerò un po' meno e farò ancora più attenzione all'alimentazione.
Speriamo basti per portare giù questo CPK e non soffrire più in futuro di crampi.

30 novembre 2008

MARTELLAGO-PADOVA 2008


Era da un po' che non scrivevo qualcosa!
Aspettavo l'occasione giusta per farlo.
Ho atteso fino ad oggi perchè stamattina si è "consumato" l'evento "clou" della stagione del Brema Running Team, il mio gruppo podisitico.
Per il terzo anno consecutivo abbiamo corso la staffetta Martellago-Padova.
E' un evento da noi molto sentito in quanto porta i partecipanti dalla sede della nostra società, il negozio tecnico del nostro presidente Beppe, fino all'ospedale pediatrico di Padova.
Vengono proposte 4 frazioni di circa 8-10 km.
Ognuno è libero di partecipare a tutte le frazioni che vuole, l'unica regola è: CORRERE IN GRUPPO.
L'ultima frazione (la 5°) è una specie di "passerella" dove tutti i partecipanti arrivano insieme all'entrata dell'ospedale patavino.
Eravamo circa una cinquantina stamani alle 07.40 pronti per partire.
Il nostro vicepresidente Mauro (che ci conosce tutti per filo e per segno) ha suddiviso i vari gruppi in base al ritmo di corsa di ciascuno in modo tale da facilitare proprio "il correre in gruppo".
Veniva giù "a secchiate" ma, poco prima della partenza, la pioggia ha come rallentato di intensità per quasi svanire del tutto.
Pochi minuti prima della partenza è arrivato anche il nostro sindaco Giovanni Brunello a salutarci e a dare il via a questa corsa per la solidarietà.
I primi sono partiti alle 08.00 mentre, io con gli altri che avrebbe corso le ultime due frazioni, siamo saliti sul pulmann che avrebbe anticipato i primi frazionisti per dare loro il cambio più avanti sul percorso.
La prima frazione era di circa 12 km e portava da Martellago fino a Zianigo; del primo gruppo in pochi si sono fermati e quasi tutti hanno proseguito fino a Pianiga (8km dopo).
Intanto aveva ripreso a piovere molto forte rendendo questa staffetta decisamente più impegnativa rispetto agli anni scorsi.
A Pianiga sono partito anch'io sotto un bel diluvio; nonostante l'acqua ci siamo divertiti tantissimo, c'era un'atmosfera di festa, di amicizia che ci ha fatto letteralmente volare la terza e quarta frazione (per un totale di circa 15 km) fino alle porte di Padova.
Si parlava, si rideva, si scherzava, ci si prendeva in giro bonariamente.
C'era anche chi saltava deliberatamente dentro le pozzanghere, facendoci schizzare l'acqua fredda e sporca addosso; alla fine eravamo bagnati come pulcini.
Era dai mondiali di Tarquinia che non correvo 15 km ma in quella situazione mi sembrava di poter correre all'infinito per quanto ci si stava divertendo.
Sarà il fatto che, per una volta, non correvo solo per me stesso, per fare un allenamento o per una gara, ma correvo per stare in compagnia e per portare un messaggio a quei bambini che si andava a trovare, messaggio che voleva poi essere questo: "Noi ci ricordiamo di voi e, i vostri genitori, non sono soli nella vostra battaglia!".
Questo sembrava essere lo spirito che animava ciascuno di noi.
Gli ultimi 4 km sono stati proprio di festa; tutto il gruppo del Brema si è ricongiunto e uniti siamo arrivati all'ospedale pediatrico di Padova dove ad attenderci c'erano alcuni genitori dei bambini ricoverati e i volontari del Volo, l'associazione onlus che si occupa di raccogliere fondi per aiutarli.
E ci hanno accolto decisamente alla grande, con un rinfresco degno da matrimonio che ha fatto saziare anche le bocche più voraci (compresa la mia....).
Dopo esserci rifocillati, siamo entrati in aula magna per la conferenza stampa dove, il presidente del Volo ha spiegato come l'associazione svolge la propria attività in aiuto soprattutto allo staff medico che opera all'interno dell'ospedale.
Il dottor Zulian, responsabile scientifico del Volo, ha spiegato poi, a che punto sono i progetti di ricerca da loro portati avanti e quali saranno i loro prossimi interventi.Alla fine hanno preso parola anche i nostri presidenti (titolare Beppe e vice Mauro) che hanno sottolineato lo spirito che anima il nostro gruppo: solidarietà, amicizia e amore per la corsa.
Quest'anno non siamo saliti in reparto; forse è stato meglio così, per non "sconvolgere" gli equilibri a cui quei bambini, i loro genitori e i medici sono abituati.
Per noi è stato comunque importante fargli sapere che oggi siamo andati là per loro.
Il ritorno in pulman da Padova a Martellago è stato come tornare da una gita scolastica, dove eravamo contenti di aver passato una bella giornata tra amici e aver portato un segnale di solidarietà a quei bambini.
Sopra ho messo una slide show con alcune foto della giornata; ho corso con la macchinetta in mano, spero siano venute bene.

P.S. Cosa meno importante, domani riprendo ad allenarmi seriamente, obiettivo: Belgio 2009 (mondiali 100 km)!


22 novembre 2008

SERATA BREMA RUNNING TEAM


Ieri sera, alla risto-taverna del Centro Fitness dove lavoro, il Brema Running Team ha organizzato una pizzata per tutti gli iscritti al gruppo ed i simpatizzanti.
La serata è stata "proposta" soprattutto per presentare la staffetta benefica "Martellago-Padova" di domenica 30 novembre, che porterà tutti i partecipanti dalla sede della nostra società, il negozio tecnico del presidente Beppe, fino all'ospedale pediatrico di Padova.
E' stata una serata molto bella, estremamente piacevole e, soprattutto, molto partecipata; eravamo in tantissimi, abbiamo riempito praticamente "quasi" tutto il ristorante (che tiene 130 posti a sedere).
Era la prima volta dallo scorso febbraio che non ci si ritrovava tutti insieme ed è stata un'occasione anche per conoscere i nuovi iscritti.
Era presente anche il nostro sindaco che ha voluto testimoniare la bontà delle iniziative del nostro gruppo che non si occupa solo di "corsa", ma anche di solidarietà e di chi è meno fortunato.
Domenica prossima andremo, dopo aver coperto di corsa i quasi 40 km che separano Martellago da Padova, con staffette composte da 4 gruppi, a trovare i bimbi ospiti del reparto malattie reumatiche infantili dell'ospedale patavino; cercheremo di portare loro qualche momento di "svago" e un bel ricordo di quella giornata.
A rendere possibilie tutto ciò è l'associazione onlus "Il Volo", che dedica ogni sua risorsa umana e materiale per lo studio, la ricerca e la cura di quelle malattie che colpiscono i bimbi a cui andremo a far visita.
Tutti noi del Brema corriamo con il logo del "Volo" sulle maglie e ne siamo felicissimi.
Mi ha fatto molto piacere vedere anche i rappresentanti del gruppo podistico Venice Marathon Running Team; sono convinto che la collaborazione tra vari gruppi, sia importante e positiva per far crescere sempre di più un movimento come quello podistico veneziano.
Una menzione speciale e doverosa è stata fatta alla nostra compagna di team Barbara Duprè, che ha pensato bene di farsi le "vacanze estive" a Capo Verde ma non come i normali turisti in spiagge dorate e con il mare cristallino, ma in una delle zone più povere del paese per aiutare bambini e poveri che vivono nella miseria e che fanno le capriole di gioia per un quaderno e un pennarello.
Un po' a "sorpresa", mi hanno consegnato una bellissima targa in ricordo di questa stagione per me molto intensa che, mondiali a parte, è stata ricca di soddisfazioni.
Cosa dire? Per me l'affetto che ieri sera mi è stato manifestato da tutti i miei compagni di club, dai miei compagni di consiglio direttivo (ne faccio parte anch'io da pochissime settimane), è stata un'ulteriore molla che mi spinge ad impegnarmi ancor di più per la prossima stagione.
Il nostro è un bellissimo gruppo che ogni anno cresce sempre di più, fatto di persone che corrono per divertirsi, per stare bene, per migliorarsi ma, soprattutto, per stare insieme.
I "L'anno prossimo i mondiali andranno meglio, vedrai...", "Sei stato bravo lo stesso....", "Non mollare....", non erano frasi di circostanza ma pronunciate con convinzione e stima.
E io spero di non deludere più nessuno!
Intanto non vedo l'ora che sia domenica prossima per passare un'altra bella giornata in compagnia di amici e portare un sorriso a quei bimbi.

P.S Ho ripreso piano piano a corricchiare, due uscitine da 40'! La settima prossima correrò un giorno si e l'altro no e poi, dal 01 dicembre, si riparte!


17 novembre 2008

+ 5 KG

Più 5 kg??
Cosa vuol dire?
Semplice! Il peso che ho messo su in 8 giorni di assenza completa di movimento.
Ebbene si! Da quell'infausto 08 novembre non ho più fatto alcuna attività fisica.
Riposo assoluto e mangiate incredibili; onestamente mi sentivo pesantino e poco tonico e così sono salito sulla bilancia di casa che, dai 71 kg pre Tarquinia, mi ha segnato 76,5 kg.
All'inizio ho pensato ad un errore di taratura e così ho riprovato anche in palestra dove abbiamo una bilancia professionale, risultato? 76,5 kg.
Mi sono veramente "spaventato".
Per fortuna addosso non mi si vedono (così mi dicono.....) ma, me li sento tutti!
Del resto quando si cena con un piattone di spaghetti alla carbonara, una pizza con sfilacci di cavallo e altre cose sopra, ed un dolce fatto con nutella e mascarpone (tutto nella stessa sera) è anche normale che qualche chiletto si metta su.
Forse, anzi sicuramente è un errore far salire così il peso ma, mi sono imposto di stare completamente fermo per 10 giorni (fino a mercoledì) per poi riprendere con allenamenti leggeri leggeri (e a giorni alterni) per altri 10 giorni, per poi riprendere a pieno regime il 01 dicembre.
La scelta di non far nulla per 10 giorni è stata fatta per tre motivi:
- Per ricaricare completamente le batterie psico-fisiche.
- Per fare degli esami del sangue in una situazione di assoluto riposo, cosa che non ho mai fatto; di esami del sangue ne ho fatti diversi ma, sempre in situazioni di stress fisico; voglio vedere se quei parametri dove di solito sono carente (ferritina, CPK, cortisolo), ritornano a posto senza allenarmi.
- Perchè il polpaccio mi da ancora un po' di fastidio; la contrattura, dopo lo sforzo dei mondiali è ritornata a farsi sentire; se non ne approfitto adesso per risolverla non la risolvo più.
Sono convinto che staccare per un po' di giorni una volta l'anno sia salutare, o meglio, indispensabile per poter affrontare in buone condizioni una nuova preparazione in vista di qualche impegno importante.
Sarebbe meglio fare del recupero attivo, ma per quello ho altri 10 giorni prima di rituffarmi nel nuovo programma di allenamento per i prossimi mondiali.
Programma che ormai è pronto e che necessita solo di riflessioni "a mente fredda", per eventualmente rivederlo o ritoccarlo, in base a quelle che sono state le mie esperienze di questi ultimi anni, non ultima come importanza Tarquinia 2008.
Sto anche scegliendo le gare a cui parteciperò nel 2009; c'è l'imbarazzo della scelta! Ancora una volta opterò per quelle più vicine a casa (i trasferimenti fanno perdere tempo che non dedichi al riposo o ad altre cose), a quelle meglio organizzate tra quelle a cui ho partecipato e alla loro collocazione in calendario, in base anche allo sviluppo dei miei programmi di allenamento.
E ora vado a mangiare qualcosina che è quasi ora di merenda.........ops! Meglio che mi tenga va!

11 novembre 2008

GRAZIE E......SI RIPARTE!

Sono passati ormai tre giorni dal mondiale di sabato scorso e devo ammettere che l'amarezza è ancora tanta.
A ricordarmi quella giornata è ancora un fortissimo mal di gambe che avverto ogni volta devo fare le scale.....e per fortuna che mi sono fermato al 75° km!
I crampi sono così, ormai li conosco, ti lasciano strascichi per parecchi giorni.
Non passano più di 10' che ripenso a quella gara, a come stavo, alle mie sensazioni, alla sua evoluzione, a come è andata e a come invece poteva andare.
Non ho nemmeno voluto vedere le poche immagini che mio padre è riuscito a riprendere con la sua telecamera.
Faccio fatica anche a leggere i commenti apparsi sui siti di podismo che raccontano l'evolversi della corsa.
Ci sto male! E me ne vergogno perchè tutto sommato si parla di sport, di divertimento, dovrei essere più forte e pensare che la corsa non è tutto nella vita, che c'è dell'altro: la salute, gli affetti, la famiglia......
Però io sono fatto così! Quando faccio una cosa cerco di farla bene, mi ci butto a capofitto e voglio sempre riuscire a tirare fuori il meglio di quello che posso fare e, se non ci riesco, la vivo come una sconfitta personale bruciante.
Mi vergogno anche dire che, due lacrime mi sono scese, mentre ero al telefono con mio padre nel raccontargli la mia gara, quello che era successo e che lui non aveva visto, alle mie sensazioni, a quel senso di impotenza creato dai crampi e a vedersi scappare via un grande risultato che stavo ormai raggiungendo.
Io che penso sempre che abbiamo troppe poche lacrime da versare nella nostra vita; le ho sprecate per una gara di corsa.
Ma era una cosa troppo grande: un mondiale, la maglia della propria nazionale sulle spalle, il correre in casa, il sentire di valere una medaglia, le aspettative mie e di tanta gente che mi stima, c'era tanto, tantissimo in una semplice gara di corsa.
Mi rimangono due medaglie d'oro vinte con la squadra azzurra e di cui sono contentissimo ma che non posso sentire mie, non sono nemmeno arrivato in fondo, non ho contribuito in alcun modo a questi successi.
Però mi rimane anche un'altra cosa oltre a quelle medaglie: una gioia immensa per i 24 commenti che ho letto sull'ultimo post che ho scritto.
Commenti di stima, di gratitudine e di invito a non mollare.
La maggior parte delle persone che hanno scritto non le conosco di persona, e devo ammettere che, queste persone mi hanno dato una carica incredibile per riprovarci ancora.
Non ho voluto rispondere direttamente a tutti voi che avete scritto perchè sarebbe stato un ringraziamento banale; ho scelto di fare un nuovo post per esprimere la mia gratitudine a persone che non hanno idea di quanto bene mi abbiano fatto con due righe in questo blog.
Grazie davvero.....a tutti!
Il primo dicembre riprenderò ad allenarmi seriamente, nel frattempo riposo, sport alternativi e corsette leggere.
Ora rimane da programmare la preparazione per i prossimi mondiali (se mi convocheranno....) e capire il perchè del formarsi di questi crampi di cui soffro da sempre.
Cercherò aiuto da qualche ematologo dato che ho parecchi valori del sangue che non sono proprio a norma, ferritina e CPK in particolare, un enzima muscolare che raggiunge anche valori 15 volte superiori alla norma quando mi alleno.
Consulterò anche un neurologo, devo arrivare a risolverlo questo problema; non si può faticare un anno e, quando sei lì per raccogliere il frutto del tuo lavoro, vederselo scappare dalle mani per il solito problema.
E' ora di andare a fondo della questione e lo farò!
Come vi assicuro che, il 19 giugno, in Belgio, mi presenterò aggueritissimo; non saranno più i mondiali italiani ma sempre mondiali sono, e il titolo e le medaglie sono sempre quelle, con il vantaggio che quella gara e quel percorso già lo conosco dato che vi ho esordito in nazionale nel 2006.
Ho una ferita aperta da chiudere, che brucia ancora e voglio che bruci a lungo, per ricordarmi che in Belgio dovrà essere tutta un'altra storia.

9 novembre 2008

E' ANDATA MALE!

Beh! Molti già lo sanno, la mia avventura mondiale si è conclusa amaramente al 75° km.
Cosa è successo? Non lo so! O meglio, lo so, CRAMPI, ma quello che non so è perchè mi si siano presentati già dal 50° km.
Ora in testa ho una grande confusione e amarezza; un anno di preparazione, fatiche, allenamenti e sacrifici si sono rivelati inutili per raggiungere il mio sogno: una medaglia mondiale individuale.
In cuor mio sapevo di valerla; è vero che c'erano tanti avversari (e compagni di squadra)fortissimi, ma sapevo anche che la mia condizione era ottima e potevo giocarmi le mie carte.
Al via ero convinto e, allo sparo mi sono messo subito nel gruppo di testa! Eravamo tanti, una quindicina, tutti i migliori erano lì a parte Marco D'Innocenti che ha preferito una partenza più prudente.
C'erano anche atleti sconosciuti che non mi aspettavo di vedere lì e che hanno creato, insieme ai giapponesi degli strappi continui.
Io cercavo di correre regolare e ogni tanto, con i russi, gli spagnoli ed il polacco che è arrivato secondo, ci si staccava per poi riaccodarsi quando davanti rallentavano.
Il percorso, da Tuscania a Tarquinia era duro, un saliscendi continuo ma mai monotono e quindi è passato via bene.
Al 25° km un giapponese ha attaccato e dietro gli sono andati uno slovacco, un australiano ed un ucraino (tutti e 4 sconosciuti), poi si è mosso anche Giorgio Calcaterra a cui hanno risposto gli altri giapponesi e lo spagnolo che ha fatto 3°.
E così ci siamo trovati ad entrare nel circuito da ripetere 4 volte (al 37° km) in due gruppetti con 30" di differenza.
Lì è iniziata la vera gara, sapevo che davanti (Calcaterra a parte) non potevano tenere quel ritmo a lungo e, correndo appena sotto i 4' al km, piano piano sono riuscito a recuperare, un po' di atleti che avevano inizialmente osato troppo.
Stavo benissimo, con me c'erano i due russi più forti (tra cui Kharitonov, 3° al mondiale dello scorso anno e campione europeo in carica) ed uno spagnolo; lì conoscevo tutti e tre e stare con loro mi dava sicurezza perchè erano atleti di valore (tutti e tre già medagliati in precedenti edizioni dei vari campionati); non si andava fortissimo e non capivo come mai se la prendessero così comoda; l'ho capito poco dopo il passaggio alla maratona (2h45'40").....non ne avevano per andare più forte!
Sono rimasto solo al 45° km, al 50° km sono passato in 3h17'37" (proiezione finale di 6h35') ed ero in 10° posizione.
Mi sentivo ancora pieno di forze ma percepivo già i primi crampi ai polpacci.
Al 54° km, dove c'era il ristoro, mi dicono che sono 9° (avevo superato un canadese "morto") ma avviso Mauro di questo fastidioso problema.
Correvo ancora a 4' al km nonostante un forte vento contrario ed un asfalto decisamente "improponibile" per un mondiale.
Al 55° km ho ripreso prima uno svedese e poi i tre giapponesi che erano decisamente alla frutta.
A quel punto ero quinto e sapevo che il quarto era molto vicino.
Al 60° km, dove c'era la terza postazione di ristoro, al termine di un tratto in discesa, mi sono bloccato in mezzo alla strada per un violento attacco di crampi ai bicipiti femorali; non riuscivo più a muovermi! Mi hanno aiutato Nicola Tiso e Cristian (il cugino della Monica Carlin); ho bevuto, Nicola mi ha massaggiato e sono ripartito.
Avevo malissimo alle gambe e continui accenni di crampi; energie c'erano ma non le potevo sfruttare per spingere come volevo.
Al 62° mi sono ribloccato; incominciavo a temere di non riuscire più a ripartire.
Ho ripreso, mi aiutava la strada in leggera discesa ed il vento a favore.
Correvo sui 4'10" al km e sono passato al ristoro del 69° km dove c'era fermo il finlandese.
A quel punto ero quarto con lo spagnolo avanti di circa 1'30"-2'.
Dal 69° km al 74° km mi sono fermato in mezzo alla strada almeno 6-7 volte; non c'era più verso di correre, come mi muovevo, mi bloccavo per i crampi ai bicipiti femorali ed ai polpacci.
Il problema era che, come mi rilassavano un po' e potevo ripartire, percepivo i muscoli delle gambe completamente induriti e intossicati da queste violente contrazioni.
Nel frattempo (quando ero fermo) mi avevano superato un americano ed un russo.
Al ristoro del 74° km decido di fermarmi, poi però ho visto passare il trenino azzurro composto da D'Innocenti, Rigo e Caroni e quindi, incitato anche da loro, ho provato a ripartire stando con loro.
Purtroppo, dopo circa 500 metri, mi sono ribloccato per un'altra forte fitta di crampi alle coscie.
Lì è finito il mio mondiale.
Trascinarsi, camminando per 25 km non era il caso! Il campionato a squadre era in buone mani con i miei compagni che stavano facendo una grande gara.
A mente fredda cosa posso dire?
Innanzittutto fare i complimenti ai miei compagni che hanno corso benissimo; Calcaterra era impressionante per la tranquillità con cui ha corso, sempre in testa dal primo all'ultimo metro.
Gli altri tre (Marco, Andrea e Francesco) hanno fatto vedere come anche nella corsa a piedi il gioco di squadra è fondamentale e può portare a grossi risultati.
Bravissimo anhe Mario Fattore che era partito per fare 40 km e, alla fine, ha concluso la gara.
Stupende anche le ragazze con Monica Carlin in testa, che ha corso benissimo, in rimonta e dosando lo sforzo: un argento europeo e un bronzo mondiale individuale sono un risultato eccezionale.
Mi spiace per tutti i miei compagni di squadra che, come me, non sono riusciti per vari problemi, a finire la gara.
Ora sto cercando di capire il perchè di questi crampi; io ne soffro ma, di solito, le fitte che mi bloccano, le avverto solo dall'80° km, mentre ieri invece si sono presentati già dal 50° km.
Forse faceva caldo (20°), forse il vento, forse il percorso impegnativo, forse la tensione nervosa che credi di non avvertire ma che si manifesta nei modi più disparati, forse una programmazione che ha risentito dell'ultimo infortunio che mi ha costretto a tirarmi un po' il collo fino a poco prima della gara.
Di certo non mi sono venuti perchè ho esagerato con i ritmi o perchè non integravo bene nei rifornimenti (sali fin da subito ed in ogni ristoro).
E' andata così e non ci si può fare più nulla!
Ora bisogna trovare la voglia di lasciarsi tutto dietro e riprendere a lavorare per il prossimo anno.
Onestamente non ho assolutamente voglia di pensarci; non voglio pensare alla corsa e alle gare, voglio staccare da tutto e ricaricarmi soprattutto mentalmente da questa batosta.
Una cosa però la devo sottolineare: tutte le telefonate, i messaggi, le mail ed i commenti su questo blog, che mi sono arrivati per "incoraggiarmi" nonostante le cose siano andate male.
Sono manifestazioni d'affetto importantissime che mi fanno capire come, tutto sommato, quello che faccio e quello che sono, è apprezzato da tanta gente; l'autenticità degli apprezzamenti la vedi veramente solo quando le cose vanno male e, di gente, che in queste ore mi è stata vicina, ce ne stata veramente tanta.
Un grazie ai dirigenti/accompagnatori della squadra nazionale, ai miei grandi compagni e compagne di squadra, a tutto il Brema Running Team (grazie Mauro, Mirco, Carlo e Roberta) e a quelle che persone che ho visto realmente dispiaciute per il mio ritiro.
Se riprenderò ad allenarmi e a faticare non lo farò solo per me.

5 novembre 2008

ORMAI MANCA POCO

Ci siamo, il count down segna meno 2 giorni.
Emozioni? Tante e per fortuna positive!
Le sensazioni fisiche sono ottime, l'infortunio al polpaccio è quasi del tutto sparito e quando corro la mia mente non ci pensa più.
In questi giorni di pioggia ininterrota, di umidità da foresta equatoriale e di un caldo da metà primavera (oggi il termometro segnava 23° a mezzogiorno quando ho corso, con il 75% di umidità) i miei allenamenti si sono svolti decisamente bene e questo mi da grossa fiducia per sabato.
Sono giorni che penso a come correrò il mondiale, se seguirò il mio istinto che è quello di correre sempre con un po' di margine e in rimonta o se provare a correre "sull'uomo".
Tutto dipenderà anche dai ritmi che gli altri partecipanti vorranno tenere all'inizio.
Se partono a 3'30"-3'40" di certo li lascerò andare altrimenti proverò a rischiare qualcosa....forse!
Si perchè ci vuole sempre un grande rispetto per una distanza così lunga e, il primo avversario da battere è soprattutto la tua fatica.
Probabilmente deciderò un attimo dopo lo sparo che ritmi tenere, in base alle mie sensazioni del momento, al percorso che, nella prima parte, si presenta abbastanza impegnativo, alle condizioni climatiche (pioggia, vento, umidità, caldo, freddo,....), e anche alla situazione tattica che si verrà a creare.
In mente so bene a che ritmi posso correre per tantissimi km in una situazione ambientale "neutra" ma tutto diventerà "relativo" alla situazione che troveremo sabato mattina.
Baldini ad Atene nel 2004 disse:"O vinco o muoio!".
Io dico più semplicemente:"Arriverò a Tarquinia avendo dato tutto quanto ho in corpo.....sperando di non averne troppi davanti!".
Già! Perchè di avversari fortissimi ce ne sono davvero tanti e moltissimi con un personale migliore del mio.
A questo punto volevo fare alcune riflessioni che ho fatto in questi giorni che non sono strettamente collegate al discorso "mondiali".
La prima: inizialmente ho aperto questo blog soprattutto per me stesso, perchè mi piaceva l'idea di rileggere le mie emozioni ed i miei pensieri, relativi a qualche argomento, a distanza di qualche mese; ed in effetti, ogni tanto torno a rileggere certi post, come quello del Passatore o del mondiale dello scorso anno.
Poi mi sono reso conto che, a leggermi ci sono anche tante altre persone che mi hanno dimostrato affetto, stima ed amicizia, che mi hanno sempre incoraggiato e incitato a continuare su questa strada; alcuni scrivono commenti di apprezzamento, altri mi scrivono mail ed altri ancora mi inviano sms, ecco..... è anche per loro che sabato proverò a dare tutto quello che ho in corpo!
C'è anche chi non mi stima più di tanto, ma non è un problema! Accetto critiche e polemiche, basta che siano fatte con civiltà ed educazione e che abbiano dei fondamenti "reali" all'origine.
La seconda (e questa non c'entra proprio niente con i mondiali): conoscete Rafa Nadal? E' il tennista numero uno al mondo; sapete cosa ha fatto? Ha rinunciato a partecipare al Master ATP (torneo che raduna i migliori 8 giocatori al mondo in due gironi all'italiana, con semifinali incrociate e finale e che decreta il campione del mondo per la stagione in corso) e che gli avrebbe garantito un bonus di 1,5 milioni di dollari solo partecipando (senza contare poi gli eventuali premi) per essere al 100% per la finale di Coppa Davis con la Spagna in Argentina la settimana dopo.
Capite? Ha rinunciato a 1,5 milioni di dollari sicuri per giocare al top per il suo paese, per la sua nazione, la finale della Coppa Davis.
Qualcuno dirà:"Beh! Tanto di soldi lui ne ha già tanti!", è vero! Ma sono sempre 1,5 milioni di dollari ed il titolo di campione del mondo contro il voler rappresentare a tutti i costi il suo paese in una finale di Davis "terribile" (per il contesto ambientale) in Argentina.
Grande Nadal!
Sono un po' uscito dal contesto "corsa" perchè questa cosa mi ha molto colpito.... positivamente!
Beh! Ora vado a farmi l'ultima tecar al polpaccio e a prepararmi la borsa.
Spero di potervi raccontare un grande mondiale sui 100 km e vi prometto che: DARO' TUTTO!

2 novembre 2008

BREMA RUNNING TEAM E VENICE MARATHON

brema running team
Ho "rubato" la homepage del sito del mio gruppo podistico e l'ho "appicicata" in questo post.
Entrandovi, c'è la classifica dei componenti del gruppo alla Venice Marathon con la possibilità di vedere alcune immagini della nostra gara.
Cliccando sulla telecamerina vicino al mio nome si vedono anche delle riprese che mi riguardano durante la maratona.

1 novembre 2008

VENEZIA ED EMOZIONI


Come promesso la settimana scorsa voglio un po' raccontare cosa è stata per me, la maratona di Venezia di quest'anno.
Innanzitutto un'emozione incredibile e questo per mille motivi.
Faccio un passo indietro anzi, 18 passi inidetro, ovvero a 18 giorni prima della maratona, a mercoledì 08 ottobre.
Quel giorno è stato per me una "tragedia", podisticamente parlando ovviamente!
Dopo tre week end intensissimi, con un lunghissimo di 70 km, la maratona del Garda ed un altro lunghissimo di 60 km, il mio corpo ha ceduto; ha ceduto nel momento più inaspettato e cioè quando stavo veramente bene, sia muscolarmente che organicamente, almeno credevo!
A distanza di tre giorni da quel lunghissimo di 60 km condotto su ritmi per me eccellenti (3'50" al km...), eseguendo delle ripetute, mi sono letteralmente bloccato in mezzo alla strada per una fortissima contrattura al gemello laterale sinistro; non riuscivo più a muovermi, ho fatto persino fatica a ritornare in palestra.
Ero decisamente preoccupato anche se sapevo bene che le contratture, tra tutti gli infortuni muscolari, sono i più semplici da risolvere.
Ho iniziato subito a capire come curarmi; dovevo rilassare la muscolatura senza infiammarla ulteriormente e quindi mi sono affidato alle cure di un paio di massofisioterapisti che, con sistemi e interventi differenti hanno provato a darmi una mano.
Ovviamente ho dovuto interrompere la preparazione per tre giorni; tre giorni di riposo attivo fatto di stretching e cyclette.
La domenica successiva che, inizialmente doveva essere ancora di riposo, ho riprovato a correre piano piano; alla fine ho fatto una decina di km ma le fitte al polpaccio, purtroppo, c'erano ancora.
A quel punto mi sono detto:"Il mondiale è troppo vicino, mi mancano ancora dei lavori che devo assolutamente fare, o riprendo, stringo i denti, sopporto il dolore e spero che la contrattura passi da sola, o mi spacco del tutto! Tergiversare ed aspettare che passi con il riposo non me lo posso permettere".
Per l'08 novembre la contrattura, con dieci giorni di riposo assoluto, sarebbe sicuramente passata ma a discapito della condizione fisica; io al mondiale, volevo però essere al top.
Il lunedì dopo (due settimane prima di Venezia) ho ripreso.
Avevo male ma riuscivo a correre; purtroppo, in tre giorni che non avevo corso, sentivo che le belle sensazioni, che avevo prima dell'infortunio, erano sparite, complice una tecnica di corsa alterata dalle fitte alla gamba, delle temperature fuori dalla norma (oltre 26°) ed un tasso di umidità assurdo (80%).
Ho continuato così fino alla domenica prima della maratona; ho svolto lavori, ho corso a pieno regime anche su buoni ritmi ma sempre con delle forti fitte al polpaccio.
La domenica prima di Venezia, era in programma l'ultimo lunghissimo di 60 km che ho pensato di fare a Baselga di Pinè su un circuito di 4km e 20 metri che costeggia il lago della Serraia.
E' un circuito molto muscolare con salitelle e discesette continue (un po' come a Taruinia) a 1000 metri di altitudine; l'idea era di farlo 15 volte.
Il giorno prima, durante una seduta dalla massaggiatrice, ho però avuto un grave contrattempo: massaggiando, si è formato un grosso versamento che mi ha fatto diventare la caviglia come un melone; sentivo tutta la gamba intorpidita.
Nonostante la gamba gonfia ho provato lo stesso a fare questi 60 km.
Ho però subito avuto la percezione che qualcosa non andava bene; non era tanto la gamba a infastidirmi stavolta, ma una sensazione di svuotamento incredibile.
Ho fatto fatica fin dal primo giro (e ne dovevo fare 15....).
Mi sono messo lì a 4'00" al km ma faticavo, e tanto, per tenere un ritmo che di solito non mi crea disagi di nessun tipo.
Alla fine, dopo 10 giri, ho alzato bandiera bianca e mi sono fermato, esausto!
40 km a 4'00" al km potevano bastare in quelle condizioni.
Ero demoralizzato e tanto! A mente fredda, ho riletto tutta la settimana di allenamenti, le condizioni in cui si sono svolti, le condizioni psicologiche non ottimali a causa dell'infortunio, il massaggio del giorno prima che credo mi abbia "scombussolato" anche da un punto di vista ormonale oltre che muscolare, insomma..... tante cose avevano contribuito a questo insuccesso.
In più c'era il fallimento, quello dell'ultimo lunghissimo prima del mondiale!
Era troppo pesante da digerire, dovevo pensare a fare qualcosa per rimediare anche se il tempo era pochissimo.
L'unica cosa positiva era che avevo concluso la settimana con 180 km in cascina.
Tornando a casa in macchina ho ragionato su cosa fare:"Domenica prossima c'è Venezia, sono iscritto e ci tengo troppo a farla, ma devo assolutamente recuperare il lunghissimo di 60 km, come faccio?"
La decisione è stata immediata: maratona + altri 18 km.
L'unico problema è che a Venezia non si può correre in senso contrario alla maratona dopo l'arrivo e così, l'unica soluzione era di prendere il primo vaporetto che trovavo e tornare subito a casa per fare i 18 km restanti.
Per "compensare" la pausa di circa due ore tra maratona e secondo allenamento, ho deciso di correre la maratona leggermente più veloce del ritmo che vorrei tenere a Tarquinia e quindi ho pensato di impostarla a 3'45" al km.
La settimana prima di Venezia mi sono deciso anche ad eseguire delle terapie più decise per la gamba e così mi sono affidato alla TECAR.
Gli allenamenti sono proseguiti a pieno regime con il dolore che piano piano diventava un semplice fastidio, sempre presente, ma "solo" fastidio.
Inoltre il versamento, grazie anche ad un bel linfodrenaggio fattomi dal mio massofisioterapista, lunedì pomeriggio, si era ridotto e la caviglia non era più gonfia.
Il martedì ed il giovedì prima della gara ho svolto due bei lavori di ripetute su ritmi davvero, per me, buoni, e con chilometraggi che il giovedì sono arrivati ad essere addirittura di 32 km.
Incominciavo ad avere fiducia, a sentire buone sensazioni ed a sperare di arrivare a Tarquinia in ottima forma.
Venezia e l'allenamento del pomeriggio sarebbero stati un crocevia fondamentale.
Sabato pomeriggio sono andato all'expo dove ho passato tutto il tempo allo stand della Saucony dove me la sono passata a parlare con Genny Di Napoli e tutte le altre gentilissime persone che lavorano per quel brand in Italia, che, tra le altre cose, mi sponsorizza e per questo li ringrazio sempre davvero tanto.
Quest'anno a Venezia ero considerato un "top runner", avendo un personale sotto le 2h30'.... Incredibile! Non avrò mai corso in 2h13'-2h18' ma la soddisfazione di essere considerato comunque un atleta di buon livello è stata immensa.
Bellissimo è stato poi tutto il contesto pre-gara; sono arrivato a Stra in pulman, insieme agli altri top runner.
Durante il viaggio ho scambiato due chiacchiere con Vito Sardella che già conoscevo perchè è allenato da un tecnico dell'ultramaratona, Maurizio Riccitelli.
Ci hanno portato in una bella palestra vicino alla partenza; lì erano già posizionati dei materassini che ognuno di noi ha sfruttato per sedersi, distendersi e riposarsi prima della gara.
Vicino a me c'erano buona parte degli italiani: Alessandro Manente, Ferruccio Zorzetto, Giovanna Volpato, Monica Carlin, Said Boudalia e Genny Di Napoli che avrebbe fatto da "lepre" ad un suo amico fino alla mezza maratona.
Quell'oretta che siamo stati là è volata; eravamo tutti rilassati perchè nessuno di noi aveva in mente di fare una gara "tirata", per i più era un allenamento in vista di altre competizioni.
C'era una atmosfera molto rilassata, non dico goliardica ma molto piacevole e divertente.
Solo Boudalia voleva correre per fare il suo personale.
Ci siamo cambiati e tutti insieme abbiamo fatto il riscaldamento sulle stradine adiacenti alla palestra; mi sembrava di essere davvero un "atleta vero" in quel contesto e non un semplice amatore forse un po' più evoluto della media.
Mi venivano in mente le polemiche delle settimane prima, gli atleti di livello A e di livello B, tutte queste "caz...te" proferite da qualcuno; intanto io ero lì che mi assaporavo una maratona internazionale di altissimo livello insieme ad atleti professionisti: mi scaldavo con loro, vivevo insieme a loro le ansie pre gara, insomma.....ero lì, e questo mi dava una grande soddisfazione.
A 15' dal via ci hanno radunato e tutti insieme ci hanno portato corrichiando verso la partenza.
Come abbiamo raggiunto la strada parallela a quella della partenza (dall'altra parte del Brenta) abbiamo visto la grande marea di amatori che aspettavano la partenza; da parte loro gli amatori, non appena ci hanno visto hanno iniziato ad applaudirci.
E' stato bellissimo! Ho anche riconosciuto alcuni del Brema Running Team che dall'altra parte del fiume mi chiamavano e salutavano.
Alcuni amatori erano sull'argine opposto al nostro e facevano gli ultimi "bisogni pre gara" rivolti verso la strada dove eravamo noi.
Fantastica la battuta proferita da Genny Di Napoli:"Che strano! C'è chi ci applaude e chi ci "piscia" addosso!"
Siamo saliti sul barcone che ci ha trasbordati verso la linea di partenza.
Mi sono messo tra gli ultimi dei top in quanto sapevo bene che i miei ritmi erano decisamente più bassi di quelli degli africani.
Ho voluto raccontare anche il "prima" della maratona perchè è stato veramente "emozionante".
La gara l'ho impostata su ritmi anche un po' più "allegri" di quello che pensavo ma l'adrenalina era tanta e non potevo prendermela troppo comoda.
Dopo un un km sono rimasto solo! Le prime donne viaggiavano troppo veloci (3'30" al km) per il tipo di corsa che volevo fare.
Io mi sono assestato a 3'38"-3'40" che tenevo con facilità.
Al 3° km mi si è attaccato il mio babbo in bici che mi ha accompagnato fino al Tronchetto.
E' stato molto bello correre sulle strade di casa; tanta, ma tanta gente come quest'anno non l'avevo mai vista! Dappertutto trovavo qualcuno che mi conosceva e mi applaudiva e, non essendo al gancio, riuscivo anche a rispondere ai saluti.
L'unico problemino che ho avuto è stato poco prima di Malcontenta al 17° km quando mi sono dovuto fermare per circa 35" a fare un bisogno fisiologico "pesante", dietro ad un bidone dell'immondizia! Non ne potevo più, non puntando al tempo ho preferito correre "libero".
L'unico peccato è che, in quel pit stop, mi ha superato un gruppettino con la Desco e De Gaspari con i quali avrei potuto correre per un po' di km; li ho avuti sempre lì a 100 metri per 15 km ma l'andatura era la stessa e non riuscivo a prenderli anche perchè non volevo accelerare troppo, pensavo anche al pomeriggio e agli altri 18 km che dovevo fare.
Sono passato alla mezza in 01h16'41"; ero contento del passaggio perchè pensavo al tempo perso nello stop, all'aria contro che abbiamo avuto fino a quel punto e alle mie buone sensazioni.
Marghera, Mestre sono volate e con loro amici e anche parenti che al mio passaggio mi hanno salutato ed incitato.
Aspettavo il parco di S.Giuliano perchè sapevo che sarebbe stato pieno di gente; e così è stato! Certo che è proprio duro il passaggio al suo interno: il ponte per entrarci, la collinetta, le curve, riuscire a tenere un ritmo costante ed in spinta è davvero difficile.
Anche qui tanta gente che mi saluta! Ho sentito anche dei commenti al mio passaggio che mi hanno fatto davvero piacere; indossavo due pettorali, quello davanti con il numero, quello dietro con il nome e, quando leggevano il mio, dicevano:"Questo è quello che fa i 100 km!".
Un signore mi ha urlato:"Dai Boffo che per te questa è una volata!"
Mi divertivo a sentire questi incitamenti; ero rilassato, contento, le sensazioni erano ottime anche se un po' di fatica, ovviamente la percepivo, stavo comunque correndo da 30 km a 3'38"-3'40".
Dentro al parco ho iniziato anche a riprendere atleti partiti più forte di me e questo non mi dispiaceva affatto; ho visto in "diretta" il ritiro della Desco che era davanti a me di 50 metri; si è fermata di colpo e non è più ripartita; e si che mi pareva che stava correndo davvero bene!
Sul ponte della libertà non ho avuto problemi, il vento era di traverso e non contro quindi non rallentava più di tanto; ragionavo che, nonostante il finale di Venezia sia terribile, sarei riuscito a stare sotto le o2h35'.
Ho ripreso due keniane e altri atleti ancora nella discesetta del Tronchetto; entrato a Venezia me la sono proprio gustata: la gente, lo scenario, tutto!
Certo che è un finale davvero duro: 14 ponti non proprio morbidi, uno dei quali con una curva di 90°, tantissime curve, il porfido, i piastroni,.....
Venezia per fare grandi tempi non è proprio indicata.
Basta vedere cosa ha fatto la Kalovics che, venuta per battere il record femminile della gara (02h27' e spicci), lei che ha un personale di 02h26', ha finito oltre le 02h31'.
Fatto l'ultimo ponte, ho visto il traguardo, in quegli ultimi 160 metri mi sono girato verso il pubblico dove sapevo di trovare mia mamma e mia sorella e sono anche riuscito a vederle nella confusione, come ho visto anche alcuni amici del Brema Running Team.
Ho chiuso in 02h34'07", seconda mezza in 01h17'26", 30° assoluto e 10° italiano.
Decisamente bene considerato tutto!
Ho cercato di cambiarmi il più velocemente possibile, ho preso il primo vaporetto che ho trovato, il treno e, arrivato a Mestre, con mia mamma e mia sorella abbiamo preso la macchina che Paola (mia sorella) aveva parcheggiato vicino la stazione.
Arrivato a casa c'era mio padre che non conosceva le mie intenzioni di correre ancora, aveva scaldato le lasagne che erano già sul piatto....fumanti!
Ho dovuto fare un grosso sforzo per rinuniciare a mangiare e partire subito.
Per motivarmi ancora di più, ho indossato il completino della nazionale (anche per provarlo prima dei mondiali...) e sono così partito.
Mi sarei accontentato di correre intorno ai 4'10"-4'15" al km, l'importante era farli, il ritmo era un dettaglio in più.
Alla fine ho chiuso quell'allenamento decisamente bene, in spinta, alla media di 4'00"al km (01h11'53"), con l'ultimo 1000 a 3'50".
Le gambe giravano da sole e le sensazioni sono state ottime.
Alla fine, seppur con una pausa di circa 2 ore e mezza tra la maratona ed il secondo allenamento (senza aver però mangiato nulla) ho chiuso i 60 km e 195 metri in 03h46'00".
Beh! Che dire? Decisamente soddisfatto!
Questa settimana è stata ottima come allenamenti, soprattutto i 30 km di ieri sul Montello dove ho provato un po' di salite e discese e ricercare un po' il ritmo da tenere quando la strada sale (o scende).
Ora il morale è davvero buono e le speranze di fare un gran bel mondiale sono ancora intatte nonostante l'infortunio che ho avuto e che poteva pregiudicare un anno di preparazione.
Prima di partire per Tarquinia, cercherò di scrivere ancora qualcosa per raccontare un po' le mie sensazioni ed emozioni proprio in prossimità del grande evento.
Intanto volevo anche ringranziare tutti coloro che mi hanno scritto via mail o inviato sms.
Alcuni mi hanno inviato anche delle bellissime foto che "attaccherò" su questo post.
A presto.



26 ottobre 2008

SONO PROPRIO CONTENTO!

Un aggiornamento veloce veloce della mia giornata.
Oggo ho corso a Venezia in 2h34'05"; ho corso senza spingere "a tutta" e sempre con un po' di margine! Mi sono anche fermato per 30" per un bisogno fisiologico "pesante".
Certo che se avessi dovuto cercare il personale a Venezia sarebbe stata davvero dura! Venticello sempre presente e sempre costantemente contro, ponti e cavalcavia proposti nei momenti topici (dal 28° km in poi......), a Venezia curve secche di 90°....c'era un po' di tutto! Fatto sta che anche i tempi dei primi si sono decisamente appesantiti.
Dopo circa due ore, non appena sono tornato a casa, senza pranzo, mi sono sciroppato altri 18 km.
Ho cercato di correre facile facile, senza forzare.
Mi sarei accontentato di correre a 4'10" ed invece......alla fine ho fatto i 18 km in 1h11'53" (4'00" di media) con l'ultimo un po' più in spinta a 3'50".
La contrattura al polpaccio si è fatta sentire senza condizionarmi più di tanto, quindi....sono proprio CONTENTO.
In settimana cercherò di scrivere qualcosa di più, soprattutto di quanto sono stato contento di tutto il tifo che ho ricevuto stamani dal numerosissimo pubblico sul tracciato della maratona.
A presto.

25 ottobre 2008

RIECCOMI

Sono stato un po' assente!
Effettivamente sono stato parecchio impegnato a "guardare culi in palestra"...Che vitaccia eh?
Se ne troverò la voglia, ma soprattutto il tempo, nei prossimi giorni scriverò qualcosa di come sta procedendo la mia preparazione per Tarquinia.
Vi dico subito che ho avuto un fastidio muscolare ma che ora sto bene e mi sto allenando a pieno regime.
Domani sono a Venezia (dove correrò tranquillo tra le 2h35' e le 2h40') e nel pomeriggio aggiungerò altri 18 km.....sarà l'ultima tirata di collo prima di Tarquinia.
Ciao a tutti.

14 ottobre 2008

24 ORE

Con questo post volevo fare un grosso in bocca al lupo ai ragazzi che rappresenteranno l’Italia ai prossimi campionati del mondo di 24 ore.
Correranno il prossimo week end, 18-19 ottobre, a Seul in Korea, all’interno del parco olimpico che nel 1988 ospitò le Olimpiadi.
Conosco quel parco perché nel 2006 i mondiali dei 100km si svolsero proprio a Seul; è un posto stupendo!
Sono convinto che Mammoli e compagni sapranno dare delle belle soddisfazioni agli appassionati italiani.
In bocca al lupo ragazzi, e fatevi valere per portare in alto i colori azzurri.

10 ottobre 2008

PRECISAZIONI

Il signor Giorgi è tornato, questa volta sul mio blog; ha lasciato due commenti nell'ultimo post scritto.
Gli rispondo direttamente e con meno educazione questa volta, dato che la pazienza ha un limite ed io, in questi giorni, ho le palle particolarmente girate per motivi che vi racconterò più avanti.
Signor Giorgi, a parte il fatto che non si capisce un cazzo di quello che scrive perchè la punteggiatura non sa proprio cosa sia, Lei parla di qualcosa che può solo supporre con la sua testa che oserei direi "non preparata" (qui mi sono tenuto.....mi venivano altri aggettivi).
Lei ha capito proprio poco di quello che ho scritto nell'ultimo post.
Non l'ha capito perchè non conosce nulla (anche qui stavo usando un altro termine...forse "un cazzo"?) di fisiologia, di metodologia di allenamento e, soprattutto, di quella che è la mia storia (ma anche quella di Andrea Rigo) di atleta.
Forse, quando parlo di capacità coordinative, di capacità condizionali, di sistemi energetici, di fasi sensibili di sviluppo a lei viene un gran mal di testa (sempre che ce l'abbia....la testa!).
Parla di 10 km, di mezze maratone, di maratone, di mondiali master come se stesse parlando di cose identiche.
E' un dato di fatto o no che Calcaterra ha corso 2h13' otto anni fa? E che da quando corre le ultra non ha mai fatto meglio di 2h18' (a Roma quest'anno)?
Io non ho mai affermato di essere un Ferrari come Calcaterra, ma dal paragonarmi ad una 500 ce ne vuole....Lei allora che cosa è? Una cariola bucata?
Prendendo l'esempio della Ferrari, lei ci andrebbe con una Ferrari nel traffico urbano, dove la velocità media è molto più bassa che non in autostrada? Penso di no perchè di benzina le costerebbe mezzo stipendio.
Forse questa metafora le spiega che ognuno usa i mezzi che ha e gli adatta a seconda della situazione in cui si trova.
La Ferrari va bene per la pista, la 500 ti porta ovunque se ben manutentata.
Mi fa degli esempi di atleti di 45-50 anni che corrono la mezza in 1h09'-1h10'.....E allora? A quanto corrono la maratona? Le fanno? In che tempi? E le 100km?
Quanta gente c'è che corre la mezza maratona in 1h02' e poi, in maratona non riescono a fare meglio di 2h17'? Le faccio anch'io un esempio: Said Boudalia, italiano di orgine marocchine, atleta fenomenale fino al 30° km che poi oltre non è ancora riuscito ad esprimersi al meglio.
Siamo sicuri che, perchè la mezza la corre in o1h02', se si cimentasse in una 100km la correrebbe in 06 ore spaccate? Onestamente non ci credo proprio.
Mi cita un nome che fa la maratona in 2h30' e allora? Bravo lui, io non dico di certo che è un mediocre, lo apprezzo e penso che sia un atleta molto forte.
Ma quest'atleta corre anche le 100 km?
A parte Calcaterra e D'Innocenti, mi fa altri esempi di atleti che corrono la maratona in 2h15' e che fanno anche le 100 km? Di atleti che corrono ora la maratona in 2h15'....non 8 anni fa!
E ripeto, da quando i due atleti romani fanno le 100km, quei tempi non li hanno più fatti.
Non mi dica che la gente non fa le 100 km perchè non ci sono soldi.
La gente non fa nemmeno le maratone dove i soldi ci sono, vedi al Lago di Garda dove sono arrivato 3° (dietro a due keniani) ed ho preso 1.500 euro (uno stipendio).
La gente non fa le 100 perchè sono distruttive, perchè non ne puoi fare una ogni domenica e, per preparle, ci vuole molto tempo, rinunciando anche ad altre gare.
Signor Giorgi, non scuso il suo sfogo perchè è uno sfogo del cazzo (qui l'ho detta!) che non ha nessuna base scientifica dietro, ma solo su supposizioni di uno che di corsa non capisce nulla.
E' lo sfogo del classico tifoso calcistico che dice: il Milan ha perso con il Bologna, il Bologna ha perso con la Fiorentina e quindi la Fiorentina vince con il Milan.....
Magari! Dico io (sono tifoso viola) ma so bene che non è così, che ogni situazione va analizzata e valutata attentamente.
Studi un po' di anni, corra sul serio e poi ne riparliamo!
E, se riscrive, aggiunga qualche virgola e qualche punto tra i suoi pensieri confusi.

8 ottobre 2008

MA SONO COSI' SCARSO?

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Sempre sul sito del mio compagno di nazionale Andrea Rigo, ieri è apparso un altro "fenomeno" che, questa volta, almeno lui, si è firmato, tal...... andavetelo a vedere cliccando sul link in testa al post!
Prendo spunto dalla sua "riflessione-offesa" per fare delle considerazioni di tipo "metodologico-fisiologico-scientifico"....... Mi sa che mi sto proprio montando la testa!
Allora.....il signor in questione dice questo:
"CIAO. NON CAPISCO IL SIG. MZUNGO DI CHE SI MERAVIGLI CI SONO DECINE SE NON CENTINAIA DI PERSONE CHE FANNO OLTRE 10 MARATONE L'ANNO QUINDI MI SEMBRA cosa normale poi riguardo i personali penso che siano risultati che ottengono moltissimi amatori anche vicino ai 50 anni quindi sono del tutto normali. sono loro ultramaratoneti che si sono forse montati la testa e si credono dei ''campioni'' molto scarsi però. questo vale per il sig. rigo e boffo perchè calcaterra e d'innocenti almeno tempo fa ottenevano risultati eccellenti e calcaterra tuttora li ottiene quindi con 2h 30' 2h 35' si è atleti normalissimi di medio livello. stiamo con i piedi per terra senza fare i fanatici. mauro giorgi perugia".
Ho fatto un copia-incolla.....
Prima considerazione: nell'anno 2007 ho corso come miglior maratona in 2h30'45" che equivaleva alla 76° posizione nel ranking italiano pubblicato da Correre; 76°? Che sarà mai? Niente! E' vero, è niente ma se si considera che in quella classifica ci sono 28.376 nomi, non mi pare di essere proprio nella media...forse un pochino più su?
Quest'anno ho già corso in 2h28'25" che, paragonato alla classifica dell'anno scorso mi porterebbe al 60° posto.......non mi pare di averne tanti tanti davanti in Italia, e stiamo parlando di maratona, non di ultramaratona.
A fare questi tempi non vedo nemmeno 45 enni....figuriamoci 50 enni (il miglior 45 enne ha 2h30'38").
Seconda considerazione: io ho iniziato a correre "seriamente" a 29 anni, cioè 4 anni fa.
La fisiologia e la metodologia dell'allenamento ci insegna che certe capacità fisiche, siano esse coordinative che condizionali, hanno un periodo ben definito di massimo sviluppo in alcune fasi di crescita dell'uomo; questo vuol dire che certe capacità o le sviluppi in una determinata età o le puoi migliorare fino ad un certo punto.
Capacità coordinative quali l'equilibrio o le sviluppi quando sei piccolo (dai 6 ai 12 anni) o non le sviluppi più, le puoi al massimo raffinare ma non migliorare più di tanto.
Lo stesso vale per le capacità condizionali: la reattività o la forza esplosiva non le migliori quando hai 30 anni ma molto molto prima.
La resistenza è invece una capacità condizionale che puoi migliorare anche in età avanzata; attenzione però, parlo di resistenza come capacità di fare un gran numero di chilometri, non di soglie che possono essere incrementate drasticamente solo con l'allenamento.
Certo! Con allenamenti mirati di potenza aerobica (ripetute, variazioni, corti veloci,.....) le soglie possono migliorare, ma, l'età "sensibile", ovvero quella del loro massimo incremento è ben prima dei 30 anni.
Questo cosa vuole dire? Che forse, se avessi iniziato a correre prima, diciamo a 15 anni, ora, i miei personali avrebbero potuto essere migliori.....
Ovviamente poi ci sono i limiti che la genetica impone ma, nel caso mio e di Andrea, questi limiti non potremmo mai scoprirli perchè abbiamo iniziato a correre troppo tardi.
Ora li possiamo solo "avvicinare", ma non raggiungere, facendoci un culo così!
Terza considerazione: io, fino a 28 anni, ho praticato uno sport a livelli molto alti che è tutto il contrario di quella che è la corsa a piedi, giocavo a tennis.
Molti studi hanno evidenziato come la durata media di uno scambio, sia di pochissimi secondi (da meno di un secondo ad un massimo di 10-12 secondi) e che gli spostamenti medi su un campo da tennis siano all'incirca di due metri....avvolte lo sono anche di pochi centimetri.
Avendo praticato tennis per 16 anni, credo di aver adattato il mio organismo ad uno sforzo fisico completamente diverso da quello richiesto dalla corsa, questo sia da un punto di vista muscolare che metabolico: da uno sport aerobico (la corsa) ad uno sport anaerobico alattacido che diventa aerobico solo nella fase di recupero tra uno scambio e l'altro.
Quindi, sono partito con l'avventura della corsa, da una condizione fisica ancora più svantaggiosa rispetto a chi magari veniva dal ciclismo, dallo sci di fondo o dal calcio.
Quarta considerazione: la mente che ha scritto quel commento e che mi definisce "montato ma scarso" cita Calcaterra e D'Innocenti....bene! Calcaterra ha un personale di 2h13' fatto nel 2000, personale che probabilmente per me sarebbe stato inavvicinabile anche se avessi iniziato a correre a 6 anni, mentre Marco D'Innocenti ha un personale di 2h18', gran tempo che io non farò mai ma che, forse, e sottolineo forse, con condizioni di partenza diverse da quelle citate sopra, dico di nuovo "forse", avrei anche potuto raggiungere, dato che, geneticamente non mi considero proprio una "sega".
Quinta considerazione: Calcaterra e D'Innocenti è da un po' che non si avvicinano più ai loro personali; questo non è perchè sono diventati meno forti, quello lo sono sempre, ma perchè, praticando anche loro gare di ultramaratona, hanno dovuto rivedere anch'essi la loro preparazione.
C'è poco da fare, la velocità la si perde quando ti abitui a stare sulle gambe 6-7 ore.
Con questo cosa voglio dire? Che, a 29 anni, quando ho iniziato "seriamente", sono partito subito con l'idea di fare le 100 km, ragion per cui certi lavori che mi potevano dare velocità nelle gambe e quindi tempi migliori in maratona, li ho svolti con minor frequenza privilegiando la quantità.
Sesto: perchè molti continuano a non capire che maratona ed ultramaratona sono due realtà completamente diverse? Perchè si pensa che gli ultramaratoneti siano maratoneti scarsi? Per me sono semplicemente atleti diversi, con caratteristiche fisiche, ma soprattutto mentali, diverse.
Io vorrei vedere un atleta da 2h10' che corre una 100 km senza una preparazione specifica!
Magari mi sbaglio, ma potrebbe anche darsi che in fondo non ci arriva, e allora? In quel caso non sono stato più forte io di quel maratoneta? Ovviamente in un contesto di 100 km!
Settimo: voglio un po' "sbrodolarmi", al momento quest'anno detengo la miglior prestazione MONDIALE (non condominiale) nella 6 ore con 89km633 (4'01" di media) ottenuta in un circuito di 1 km, con 4 curve ad angolo retto, uno scalino, e 200 persone che giravano con me e che spesso non si dannavano l'anima per lasciarmi strada.....prima di dire che sono scarso vorrei che il signor Giorgi facesse altrettanto, o non è in grado? Mi risulta che tale "fenomeno" non è presente in alcun ordine d'arrivo di alcuna maratona dal 2005 al 2007....non so se si è rifatto quest'anno.
Vabbè ora basta! C'è chi mi considera mediocre, saccente e antipatico....me ne farò una ragione ma di certo entusiasmo ed impegno da parte mia saranno sempre al massimo.

7 ottobre 2008

DOPING NELL'ULTRAMARATONA

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Nel blog di un mio amico e compagno di nazionale, Andrea Rigo, è comparso un commento da parte di un "anonimo" (tanto per cambiare....) che dice a chiare lettere che noi ultramaratoneti, un po' più "evoluti" della media, siamo tutti DOPATI.
Questo codardo, che si firma "Mzungu", non fa nomi e cognomi se non quello di Andrea, titolare del blog, ma, ovviamente, mi sento preso parte in causa.
Proverò a spiegare un po' di cose a questo "senza identità", su come si possano compiere performace fisiche al di sopra della media senza per forza doparsi.
Riporterò il mio esempio personale, la mia storia di atleta e la mia vita al di fuori della corsa.
Prima di tutto, a fare anche 750 km in un mese non ci si arriva dall'oggi al domani.
Ho iniziato a correre per piacere nel 2000, intervallando tennis e corsa fino al 2002, un anno di stop dove ho solo giocato a tennis (2003) per poi riprendere solo con la corsa nel 2004.
Dal 2004 al 2008 (5 anni) ho sempre corso cercando di impostare una preparazione in modo"scientifico", il che non vuol dire "chimico", dove, mi sono posto degli obiettivi sempre a lungo termine.
La preparazione di un atleta è un insieme di tantissime variabili e parametri, che vanno intrecciati tra di loro considerando anche le caratteristiche dell'atleta in questione.
Io, nel 2004, sapevo bene che per essere competitivo in una distanza come la 100 km avrei dovuto aumentare i miei carichi di allenamento, che allora si aggiravano intorno ai 110 km settimanali, ma sapevo anche che non avrei potuto farlo di "botto", che per correre anche 210 km in una settimana, il mio organismo avrebbe avuto bisogno di tempo per adattarsi a chilometraggi molto più sostanziosi.
Sono partito con l'idea di fare le cose con gradualità e, da 110 km alla settimana, ho piano piano incrementato la lunghezza degli allenamenti, da 110 a 120, da 120 a 130 e così via, fino ad arrivare l'anno scorso a punte superiori ai 200 km.
Ci ho messo però 4 anni, non 4 settimane; il mio fisico si è adattato poco alla volta a sostenere sforzi di questo livello.
Secondo: ho parlato di scientificità e programmazione; nell'arco di un anno individuo nella mia preparazione due macrocicli con un obiettivo finale di riferimento (per quest'anno Passatore e Mondiale a Tarquinia). Tutta la preparazione è svolta per arrivare in forma alla fine del macrociclo. Terminato il macrociclo segue un periodo di "scarico" piuttosto lungo, dalle due alle tre settimane, dove sono ammesse solo corsettine leggere e sport alternativi, questo per far "rifiatare e recuperare" l'organismo.
Inoltre, all'interno dello stesso macrociclo, sono inserite delle settimane di scarico, dove i km ed i lavori si riducono notevolmente per "supercompensare" l'allenamento svolto fino a quel punto.
Non è quindi vero che sono sempre "sotto pressione" e che quindi necessito di doparmi per tenere certi ritmi sia in termini di chilometraggio che in termini di ritmi.
Lo scarico poi è inserito anche nelle settimane di carico, mica eseguiamo tutti i giorni allenamenti con 30 km di ripetute! Dopo allenamenti duri seguono sempre sedute più tranquille.
Il fisico va rispettato, e più che dopandosi, aiuti a preservarlo dandogli modo di respirare, ovviamente nei modi e nei tempi opportuni.
Terzo: vorrei chiedere a "Mzungu" come pensa sia possibile correre una 100 km senza fare in allenamento (o in gara, a seconda dei gusti...) certi chilometraggi?
Forse avrebbe potuto sospettare di noi se ci allenassimo poco e non il contrario.
Quarto: Mzungu potrebbe avere ragione di sospettare se un atleta che aveva come personale 2h35 come Andrea avesse corso a Berlino in 2h25' e la settimana dopo a Pescara in 2h28' ma, i suoi tempi, 2h33' a Berlino e 2h38' a Pescara, rispecchiano assolutamente il suo valore che è molto al di sopra della media, valore raggiunto esclusivamente con allenamenti duri e sistematici.
Forse Mzungu non sa che differenza c'è a livello energetico, metabolico e muscolare per un ultramaratoneta, correre a 2h33' (al ritmo del personale) o a 2h'38'!
5' sono un'enormità....E' per quello che è plausibile e possibile farlo; Andrea tra Berlino e Pescara ha usato fibre e miscele di carburanti (grassi e zuccheri....che vi credavate!) diverse.
Il corpo umano ha una quantità di grassi che potrebbe permettere di correre per 48 ore consecutive se non subentrassero problemi muscolari e articolari.
Cosa vuoi che siano due maratone a distanza di 7 giorni di cui la seconda corsa al 70%?
Quinto: Mzungu deve sapere anche un'altra cosa ovvero che, per recuperare da certi sforzi fisici che faccio, ho un regime di vita decisamente "non comune". Se non mi sto allenando o se non sto lavorando (per fortuna non faccio asfalti per l'Anas, ho un lavoro che fisicamente non è affatto dispendioso), le mie ore libere le passo a casa a RIPOSARMI.
Non faccio mai tardi la sera, mi nutro come si deve, non ho mai fumato una sigaretta in vita mia, a differenza di Andrea sono persino astemio, insomma....la mia vita, al momento, è impostata per fare sport; quest'estate non ho nemmeno fatto ferie per allenarmi: io corro e lavoro, e mi piace così!
Ho 33 anni, sono nel pieno delle mie forze, può darsi che tra qualche anno le cose cambino e allora cambierà anche il mio regime di vita.... Sempre sportivo naturalmente ma con meno restrizioni!
Sono convinto che per sostenere certe prestazioni di alto livello la strada sia solo quella: allenarsi, mangiare e riposarsi......e così si arriva anche a correre 200 km alla settimana.
Sesto: Mzungu parla di infortuni; ho spiegato già sopra come una programmazione studiata come si deve prevede anche dei momenti di scarico; non è però sufficiente! Io infatti inserisco anche una seduta alla settimana dal massofisioterapista, tutti i giorni 30' di stretching e, per diversi mesi l'anno, anche delle sedute di allenamento con i pesi in palestra.
Senza considerare il fatto che uso materiali (scarpe) eccezionali; la Saucony mi passa tutto quello che mi serve e così posso permettermi di correre con scarpe che non hanno mai più di 600 km prevenendo di tanto il rischio di infortunarmi.
Inoltre controllo il sangue tre volte l'anno; se c'è qualche carenza di ferro, vitamine, elettroliti.....integro (parlo di integratori da banco.......non di doping) con prodotti che si trovano anche al supermercato.
Settimo: "Mzungu" parla di adrenalina che viene provata da chi pratica sport "solo a livello salutistico"; per carità, sono sicuro che anche l'effetto di una corsa fatta solo per il gusto di farla sia "eccitante" ma.....onestamente, essere sulla linea di partenza di un campionato del mondo con la maglia della nazionale addosso, possa essere "un pochino" più emozionante!
Certo che per arrivare sulla linea di partenza di un mondiale, i km da fare sono tanti e non tutti ci riescono....forse Mzungu è uno che "vorrebbe" ma non ci riesce perchè magari, di sopportare fatica e allenamenti duri non ne vuole sapere; si giustifica dicendo che, chi invece riesce a fare quello che lui non riesce a fare, è dopato.....complimenti!
Ottavo: sono stato testato dall'antidoping due volte, al mondiale in Olanda ed al Passatore (sangue e urine).....inutile che dica che sono sempre risultato negativo.
Nono: l'organismo umano è capace di cose "pazzesche" però tanti non riescono a capirlo! Basti pensare a quei genitori che vanno a prendere i figli a scuola in macchina perchè 500 metri da fare a piedi sono troppi per le loro creature; peccato che in Africa i bambini, per andare a scuola di chilometri ne debbano fare anche 10.....a piedi ovviamente!
Decimo: Mzungu, se ti va di provarci, mi offro di allenarti per 5 anni ma, a differenza di Andrea che ti offre da bere gratis, a me devi pagarmi!
Scusate la "presunzione"!

5 ottobre 2008

BREMA RUNNING TEAM: RIFLESSIONI DI UN COMPONENTE DEL GRUPPO

brema running team
Questo è un post a cui tengo particolarmente.
Probabilmente non interesserà chi non fa parte del mio gruppo podistico, il Brema Running Team, ma, curando questo blog personale, ho voluto comunque esprimere "pubblicamente" le mie riflessioni.
Entrando nel nostro sito, sotto la voce "Comunicazioni al gruppo BRT" mi sono imbattutto nella lettera-sfogo del nostro vicepresidente Mauro (per leggerla basta cliccare sul link) che "rifletteva" su come, per una buona parte dei nostri soci, l'appartenenza al gruppo "Brema" non sembrava essere più così "importante" come lo era stata in passato.
L'annullamento della gara sociale per "carenza di iscritti" ne era un sintomo evidente.
Caro Mauro, caro Beppe (il presidente) e cari consiglieri del gruppo, io mi scuso pubblicamente con voi per essere uno di quelli che non ha dato la propria adesione alla gara sociale.
Mauro ha perfettamente ragione nel ribadire di come certe occasioni vadano colte; lo stare insieme, il conoscersi sempre di più, il condividere cose che vanno al di là della semplice corsa, è una qualcosa da perseguire in ogni occasione e questa, purtroppo, è stata persa anche dal sottoscritto.
L'anno scorso ho partecipato alla gara sociale, che poi è una staffetta a squadre miste dove ognuno da il suo apporto come può. Fu una giornata molto bella, particolare, diversa.
Una di quelle giornate che ricordo molto più di tante gare che ho corso in questi ultimi 4 anni.
Lo stare insieme, il correre insieme, il pranzare insieme è stato un momento che ci ha permesso di condividere molto e di conoscersi meglio.
Mi ha fatto scoprire persone che non conoscevo e che me le ha fatte apprezzare.
Non giustifico la mia assenza; avevo programmato di correre sul Garda e così ho fatto non curandomi dell'interesse del nostro gruppo.
Come me hanno fatto in molti, preferendo corse "più agonistiche" ma, umanamente, meno piene di significati.
Nelle ultime settimane ho vissuto una piccola polemica riguardo alla nazionale dei 100 km; in quelle "discussioni" ho sempre ribadito il mio attaccamento a certi valori che ritengo fondamentali, in particolar modo l'orgoglio di appartenere ad un gruppo come quello della nazionale ed il rispetto nell'onorare la maglia azzurra.
Questo attaccamento che ho per la maglia azzurra è come quello che ho per il Brema Running Team (e delle persone che lo compongono) ed è anche quello che mi piacerebbe vedere da parte dei miei compagni di club.
Cerchiamo di non perdere più occasioni come quella di domenica scorsa, cerchiamo di cementare ancora di più questo gruppo che non corre solo per il gusto di farlo ma anche perchè, sulle proprie maglie, ha un logo che ricorda bambini che correre non possono.
Cerchiamo di essere tutti presenti domenica 30 novembre alla staffetta Martellago-Padova, non ci devono essere scuse o altre corse ad impedire di partecipare a questa "festa". E' importante per i bambini dell'ospedale pediatrico a cui andremo a far visita, ma anche per noi, perchè lo stare insieme a persone positive e che VOGLIONO APPARTENERE a questo gruppo, fa del bene a tutti.

IL LUNGHISSIMO DI SABATO 04 OTTOBRE

Ieri ho voluto di nuovo "testarmi" o meglio, ho voluto eseguire ancora un lunghissimo, in vista dei mondiali dei 100 km del prossimo 08 novembre.
Ovviamente era da tempo programmato che in questo week end, avrei dovuto correre il penultimo lunghissimo da 60 km.
Inizialmente pensavo di eseguirlo sul Montello ma, dato che minacciava pioggia e che venerdì sera ho fatto "un po' tardi", ho preferito invertire i due lunghissimi eseguendo prima quello pianeggiante sulle mie solite strade e, tra due settimane, quello collinare.
Quello di ieri doveva essere un lunghissimo "tirato" cioè doveva sapermi dire, più o meno, fino a che velocità posso spingermi per correre per molti chilometri con parecchio margine e senza "tirarmi troppo il collo".
In pratica, volevo capire a che ritmo posso ambire di partire al mondiale, senza rimanere senza energie dopo metà corsa.
E' vero che il percorso di Tarquinia, soprattutto per i primi 35 km è piuttosto vallonato ma, non dovrebbe rallentare tantissimo la media finale, qualcosina si lascerà giù, però, di certo, non si tratta del Passatore.
E' così mi sono tuffato in questo allenamento.....Come è andato? Oltre ogni più rosea aspettativa!
Come al solito ho corso da solo, senza compagni in bici e controllando il cronometro solo ogni 5 km.
Sono partito alle 10.00 (come al mondiale) con una temperatura di 14° e un vento che in alcuni tratti era parecchio intenso.
Ho corso sul mio solito tracciato da 8,5 km (segnato ogni 500 metri) che ho percorso per 7 volte più altri 500 metri.
Speravo di correre tra i 19'20" ed i 19'30" ogni 5000, il che equivaleva ad una media tra i 3'52" ed i 3'54" al km.
Beh! E' andata ancora meglio, ecco i 12 parziali ogni 5 km.
km. 1 - 5: 19'11"
km. 6 - 10: 19'15"
km. 11-15: 19'15"
km. 16 -20: 19'10"
km. 21 - 25: 19'09"
km. 26 - 30: 19'08"
km. 31 - 35: 19'13"
km. 36 - 40: 19'09"
km. 41 - 45: 19'08"
km. 46 - 50: 19'11" (passaggio al 50° km in 3h11'50")
km. 51 - 55: 19'06"
km. 56 - 60: 19'00"
60 km in 3h49'57" alla media di 3'50" al km. con frequenza cardiaca media a 157 bpm.
Il 5000 più veloce è stato l'ultimo e questo è sintomo di essere arrivato alla fine in condizioni davvero buone.
Di certo tenere quel ritmo per altri 40 km è utopistico ma, il non aver mai sofferto, l'essermi divertito ad eseguire questo allenamento, la media tenuta, le sensazioni fisiche del giorno dopo decisamente buone, il fatto che sarò in gara e che vestirò la maglia azzurra, il tifo della gente (speriamo....!), mi possono aiutare ad affermare che, il mio personale di 06h51', allo stato attuale di forma, potrebbe essere sicuramente migliorato.
Ora ho altre 3 settimane di intenso carico che culmineranno con l'allenamento lunghissimo collinare di sabato 18 ottobre e la maratona di Venezia del 26 ottobre.
Poi inizierà la fase di scarico e rifinitura.
Avanti così che oramai l'08 novembre è vicino!