RICORDI DI UN MONDIALE

31 luglio 2008

SPORT & DOPING

E’ notizia di ieri che il ciclista professionista Riccardo Riccò ha ammesso alla procura antidoping del CONI di aver fatto uso di DOPING, in particolare del CERA, l’EPO di 3° generazione.
Riccò, dopo essere stato trovato positivo all’ultimo Tour de France, aveva “stragiurato” di non aver preso NULLA, al massimo le solite vitamine, e che il suo ematocrito (superiore al 50%) era così di “NATURA”.
Questa vicenda mi ha portato a fare alcune riflessioni che vorrei condividere con chi legge.
La prima…. “Come è credibile che vengano trovati positivi all’EPO ciclisti di medio o basso livello (come i primi due casi al Tour di quest’anno), che prendono delle mezze ore nei tapponi dai più forti, e che i più forti siano puliti?…..Non si spiega! Se un ciclista, che in classifica, a metà Tour, è a 2 ore dal primo, viene trovato positivo, come fanno i primi ad essergli così superiori?"
La seconda…. “Con che coraggio i Team Manager delle squadre dei ciclisti trovati positivi riescono a dire che, loro e i medici della società, non ne sapevano nulla?” o “Che agli sponsor non interessa che i corridori ottengano risultati agonistici e che garantiscono comunque soldi e sponsorizzazioni per 4 o 5 anni”. Nessuna azienda fa una sponsorizzazione senza “auspicarsi” (anche se sarebbe meglio dire “pretendere”) risultati e vittorie.
La terza…. Ma come fanno certi giornalisti, televisivi e di carta stampata, prima difendere a spada tratta tutti quegli atleti che compiono “imprese inumane” e quindi “sospettabili” per poi, una volta che vengono trovati positivi, attaccarli e definirli “delinquenti” per poi ancora, una volta che questi scontano la squalifica a tornano a correre e a vincere, riabbracciarli come figliol prodighi e perdonarli e riosannarli? Ma dove sta la coerenza?
La quarta…. Io a Riccò quasi credevo quando diceva di essere pulito, di non aver preso nulla! In fondo di controlli antidoping ne aveva fatti parecchi ed era sempre risultato negativo! Ma allora? Devo credere a tutti quegli atleti che dicono di essere puliti e che anzi si permettono di dubitare di altri? Questo mi porta solo a dubitare veramente di tutti….soprattutto di chi non conosco di persona!
La quinta…. Ma come fa un atleta ad essere testato decine di volte e ad essere trovato positivo solo una volta? Uno o si dopa o non si dopa…Ma come li fanno questi controlli? Che cosa cercano?
Come è possibile che avvolte si parla di scambio di provette? Io sono stato sottoposto all’antidoping tre volte e per le procedure che hanno è impossibile che le provette vengano scambiate!
Il doping è sempre più avanti dell’antidoping (dicono i medici…), sono anch’io convinto che sia così! E quindi? Quindi purtroppo non c’è soluzione! Soprattutto nel nostro “povero” ambiente della corsa (povero in senso economico) dove i controlli sono scarsi o quasi del tutto assenti, perché costano o perché avvolte è meglio non far sapere!

28 luglio 2008

LA NAZIONALE DEI 100 KM

Volevo dire la mia riguardo ad una piccola "polemica" innescata su altri blog, sul trattamento che riceve la nazionale italiana di ultramaratona.
Questa è per me la 4° convocazione in azzurro ed un minimo di "conoscenza" dell'ambiente me la sono fatta.
E' vero! A differenza di molti altri sport e delle altre specialità dell'atletica leggera la nostra disciplina riceve poco o niente!
L'anno scorso per i mondiali di Winschoten abbiamo ricevuto un rimborso spese di 250 euro (a fronte di una spesa sui 400 euro tra volo e albergo), un gettone di presenza di 500 euro (che ancora ci deve essere accreditato) e il corredo con tute, maglie e completini vari.
Ai più potrà sembrare "ridicolo".....in fondo siamo in nazionale di una specialità dell'atletica leggera, rappresentiamo l'Italia in un campionato del mondo eppure non riusciamo nemmeno a pagarci completamente le spese!
Se penso che la nazionale di calcio olimpica è partita per Pechino già da qualche giorno e le Olimpiadi inizieranno solo l'08 agosto e faccio il conto di quello che può costare al CONI solo quella trasferta per 22 giocatori, tecnici e accompagnatori vari mi verrebbe veramente da dire: MA CHI ME LO FA FARE?? In fondo rappresento anch'io l'Italia eppure non riusciamo nemmeno ad ottenere un rimborso spese completo per una trasferta di 3 giorni....in Italia!
E allora??? chi me lo fa fare??? Me lo fa fare proprio quella maglia azzurra che indosso, che ti fa tremare e provare emozioni uniche... per le quali non c'è prezzo, per le quali saresti disposto a pagarti tutto e a fare rinunce e sacrifici (come non andare in ferie per allenarsi).
Quando penso a questo la rabbia per un riconoscimento "reale" che non arriva mai si placa!
Del resto il nostro è uno sport che la stragrande maggioranza delle persone non sa nemmeno che esiste..... "100 km??? In bici??" mi chiedono...... "No! Di corsa!".....gli rispondo.
Come possiamo pretendere di avere gli stessi riconoscimenti che hanno atleti (come i calciatori...) che smuovono milioni di euro??? Impossibile! Noi al massimo smuoviamo parenti e qualche amico.
Io non me la prendo con la IUTA (Italian Ultramarathon and Trail Association) senza la quale non esisterebbe nemmeno la nazionale dei 100 km....loro fanno già un lavoro eccezionale se si pensa che lo fanno solo per passione e tra mille difficoltà! Me la prendo relativamente con la Fidal che incomincia da poco a interessarsi a noi grazie al lavoro di un dirigente quale il signor Migliorini che ci ha fatto ottenere qualche riconoscimento in più del nulla assoluto che c'era fino al 2005.
Me la prendo con gli organi di stampa specializzati (soprattutto con Correre...la rivista di podismo più letta) che ad una manifestazione come il Passatore da la bellezza di MEZZA PAGINA o che per i mondiali dell'anno scorso non hanno messo il ben che minimo articolo (e due medaglie le donne le avevano anche portate a casa).
Ma come si fa a pretendere più rispetto se chi deve aiutare a crescere la disciplina preferisce dare spazio alle solite tabelline da 0 a 1h? O a lasciar spazio ad articoli che ti fanno prendere sonno dopo due righe?
I sacrifici che facciamo per prepararci ad una 100 km come il Passatore sono gli stessi che si fanno per preparare un mondiale e quindi non possiamo dire che ci sacrifichiamo "per la nazionale"! La nazionale forse te ne fa fare di più solo perchè gli stimoli sono ancora maggiori: difendi il tuo Paese!
Lo ripeto anche sul mio blog....io per la maglia azzurra sarei disposto a pagarmi tutto senza pretendere nulla in cambio (anche se so che non sarebbe giusto!) e non mi va di tirare la crocie addosso a chi invece sta provando a fare qualcosa per il movimento dell'ultramaratona.
E' un mio limite....ma quando avrò dei figli sarò orgoglioso di mostrare la foto sotto al titolo del mio blog...io con la MAGLIA AZZURRA (anche se li era bianca)!

27 luglio 2008

WINSCHOTEN 2007


In occasione del campionato del mondo sui 100 km dell'anno scorso in Olanda avevo "buttato giù" a caldo le mie impressioni su quella gara......anche se con un anno di ritardo le pubblico, buona lettura!




Provo a “mettere su carta” le mie impressioni e sensazioni riguardo al campionato mondiale dei 100 km corso lo scorso 08 settembre a Winschoten in Olanda.

Partiamo dal prima, o meglio…..dal molto prima: la preparazione!
E’ stata “massacrante”! Non tanto per gli allenamenti eseguiti ma per il clima in cui si sono svolti….non è stata un’estate caldissima ma nemmeno tanto “fresca” e trovarsi a fare lunghi di 60 km ad oltre 30° e con l’umidità che caratterizza la pianura padana non è stato molto “semplice”.
Da dopo il Passatore ho corso una media di 190 km alla settimana (settimane di scarico comprese) con punte anche di 225 km…..Ho fatto 3 lunghissimi di 60 km, e due blocchi speciali (maratona al sabato e maratona alla domenica, in pratica 84 in meno di 24 ore).
Sono stato 10 giorni in altura, a 2050 metri sul lago Fedaia, dove ho quasi sempre corso due volte al giorno……facendo un blocco speciale e l’ultimo lunghissimo (64 km…..).
Sono stato attento anche ai lavori “complementari” (stretching, potenziamento generale, lavori di andature tecniche…..)….forse, anzi…..sicuramente non ho lavorato sufficientemente in palestra con i pesi per gli arti inferiori ma…..la giornata era di 24 ore e alla fine ho dovuto fare delle scelte.
Ho fatto però il massimo di quello che potevo fare……forse troppo!
Ed infatti, al rientro dal periodo in altura, mi sono sentito veramente “cotto”! In realtà me lo aspettavo; correre a 10° (se non di meno) con un’aria asciuttissima a 2000 metri di altezza, e con tutte le conseguenza che comporta in termini di fatica fisica a causa della minor pressione dell’ossigeno, e passare poi ai 30° umidi di Maerne-Olmo e dintorni sapevo che sarebbe stato “traumatico”…..ma non così traumatico!
Ho tenuto duro, iniziava la parte di rifinitura e scarico del programma, ma la condizione faceva fatica ad arrivare ed in più si erano fatti vivi problemi fisici che mai avevo riscontrato; sono stato colpito da una stomatite alla bocca (tante bolle su lingua, gola e gengive) che mi bruciavano parecchio e che mi rendevano il mangiare un vero “incubo”; una contrattura al gluteo sinistro e un’infiammazione al ginocchio sempre sinistro (probabilmente i due infortuni erano collegati).
Il giorno della partenza si avvicinava ed i miei miglioramenti avvenivano con estrema lentezza….sapevo che il picco di condizione doveva cascare giusto quel giorno ma speravo di provare sensazioni migliori nei giorni che precedevano la gara.

Fatto sta che il 06 settembre si parte…volo Venezia-Amsterdam e poi 3 ore di treno per Winschoten.
Con me ci sono i miei genitori, altri componenti della squadra nazionale (Carlin, Da Forno, Sartori, Malfatti) e……Mauro.
Il nostro vice presidente aveva deciso di seguirmi in quest’impresa…penso anche a nome di tutto il Brema Running Team, per far si che io potessi sentire il tifo ed il sostegno di un gruppo di persone che stimo e ammiro veramente.
Vice presidente che però ha rischiato veramente di perdere l’aereo….intoppo in agenzia dice lui!

Si arriva verso le 19 di sera all’albergo che ci ospita e dove c’è il resto della delegazione azzurra, ci si sistema, si mangia qualcosa (pasta scotta e riso piccante) e si va a dormire.
La mattina dopo verso le 08.00 con gli stessi compagni di nazionale con cui abbiamo fatto il viaggio decidiamo di svolgere una piccola seduta di allenamento della durata di 30’ alla quale si “infiltra”….indovinate chi??? Sempre il nostro vicepresidente che, non contento di correre insieme all’elite dell’ultramaratona italiana si diverte con esclamazioni del tipo: “Pensavo meglio!” oppure “Ragazzi, volete accelerare un po’? State andando troppo piano…!”


La mattina passa così….tra una riunione tecnica ed un massaggio, un’intervista stile “Le Iene” con un cameraman al nostro seguito ed il pranzo a base di….riso in bianco!

Al pomeriggio c’è un momento “sacro”: la preparazione dei rifornimenti…. Le 19 bottigliette (una per ogni 5 km!) dove mettere i sali e le maltodestrine utili per completare i 100 km.

Alla sera c’è la flag parade, la sfilata per le vie del centro di Winshoten di tutte le nazionali presenti al mondiale (circa una trentina) ognuna con i migliori 6 specialisti uomini e le migliori 6 specialiste donne.
Nelle settimane precedenti al mondiale vengo inaspettatamente nominato “capitano” della squadra maschile e così, ho l’onore di sfilare davanti alla nostra delegazione portando la bandiera italiana.
Vi lascio immaginare cosa si può provare quando si è il portabandiera del proprio paese in un campionato del mondo……mascheravo l’emozione ma questa era fortissima.

Dopo la sfilata si torna in albergo, cena (a base di….. riso in bianco), ultima riunione tecnica e si va a dormire.
La notte riposo bene, la sveglia suona alle 05.50….la prima cosa che faccio, ancora con gli occhi chiusi, è quella di prendere il pentolino del riso che mi ero cucinato il giorno prima e inizio a mangiare….un etto abbondante di riso in bianco alle 06.00 del mattino non è proprio il massimo per iniziare bene la giornata ma so bene che è indispensabile per correre una gara lunga come la 100 km.
Terminata la colazione faccio una cosa che mi emoziona sempre: indosso la “maglia azzurra” con la quale correrò il mondiale! Ci infilo sopra la tuta, controllo se con me ho tutto e alle 07.45 parte il pulman per portare tutti gli atleti (e accompagnatori) alla partenza.
Dopo 15’ di viaggio arriviamo e io, con altri “azzurri”, cerchiamo un posto dove stare tranquilli….c’era una confusione pazzesca! Oltre al mondiale dei 100 km avevano organizzato degli eventi di contorno, corse per bimbi, staffette,…..che alla fine, per noi atleti, era meglio non ci fossero!
Mauro intanto si reca verso il rifornimento del 5° km con altri accompagnatori della nostra nazionale; gli consegno i miei rifornimenti e mi fa un grosso “in bocca al lupo” dicendomi: “Mi raccomando!”…io gli rispondo:”Tranquillo, so cosa devo fare!”
Sono le 08.30, la gara parte alle 10.00, c’è sempre più confusione….mi estraneo un po’ tirando fuori l’MP3…ascolto un po’ di musica di quella “giusta” (Bon Jovi, U2, Linkin Park…..), mi carico, mi concentro, immagino la gara….
Fuori è molto nuvoloso, piovvigina, anche decidere con quante maglie partire diventa un problema!
Alla fine opto per la classica canotta, pantaloncino e bandana.
Sono le 09.30, i miei compagni sono tutti in giro….le matricole azzurre (ce ne erano ben 6 tra uomini e donne in questo mondiale) sono tesissimi! Io decido di lasciare la borsa al ristoro del 10° km che in realtà è al km. 9,600…. almeno lì sarà tenuta d’occhio da mio padre e mia madre che sono in quel rifornimento con molti altri italiani.
Lasciata la borsa, trovo la Carlin e Di Toma (un esordiente in maglia azzurra) ed insieme facciamo un po’ di riscaldamento.
Sono le 10 meno 10, andiamo alla partenza, ci sono già molti atleti e molti azzurri.
Ancora un po’ stretching….arrivano tutti i più forti: russi, americani, spagnoli, francesi e i fortissimi giapponesi; anche per partire tra i primi è una battaglia.
Noi italiani ci incoraggiamo tra di noi, ci facciamo il classico in “bocca la lupo” ma ci accorgiamo che manca il più forte: Calcaterra! Arriva 30” prima dello sparo e per partire davanti è costretto a scavalcare una transenna….sembrava si fosse appena alzato dal letto!
Mancano pochi istanti, le pulsazioni salgono a 140 battiti anche se sono immobile….tra pochi secondi si parte e sarà solo “corsa e fatica”; gli imperativi sono “prudenza e non mollare mai!”

Lo starter fa il count down…..five, four, three, two, one…..GO, ecco lo sparo! Parto fortissimo (per fortuna che mi ero detto di essere prudente!), mi trovo in sesta, settima posizione insieme a Calcaterra….partire tra i primi è però galvanizzante con la marea di gente che applaudiva e incitava! Tengo quel ritmo per circa 300-400 metri poi mi faccio sfilare…..mi passano in tantissimi, vanno tutti fortissimo, ma proprio forte forte….boh! Ho pensato: “Ma lo sanno che non è una mezza maratona ma una 100 km?”
Arriva il 1° km: 3’49”…decisamente troppo forte! La mia idea era di correre a 3’57” - 4’00” al km per più km possibili e poi gestire gli ultimi giri.
Sapevo di poter fare almeno 70 km a 4’, non sapevo che cosa potesse succedere poi!
Intanto inizia a piovere, c’è un vento fortissimo ed è anche molto umido!
Provo a stare in un bel gruppone di circa 15 atleti tra i quali c’è anche un azzurro (Ardemagni, già campione del mondo nel 2004); passo al 5° km dove c’è Mauro che mi passa il primo rifornimento.
Mi rendo conto che vanno troppo forte (3’53”-3’54”), mi sfilo anche da loro! Ora sarò 30esimo più o meno.
Cerco di prendere il mio ritmo ma avverto una sensazione di disagio…forse i lunghi tratti in pavè, le tante curve a gomito, il vento, la pioggia….boh!
Finisco il primo giro da 10 km in 39’20”; la media è quella che volevo, la fatica no!
Capisco che ad infastidirmi è anche il fatto che non mi aspettavo che in tanti partissero così forte…non dico che a viaggiare sotto i 4’ pensavo di fare gara vicino ai primi, ma di trovarmene così tanti davanti non lo immaginavo proprio!
Il 2° giro è una “tragedia”….30’ dopo la nostra partenza, gli organizzatori hanno fatto partire un “evento” collaterale: una staffetta 10 km x 10 con centinaia di squadre iscritte che correvano sul nostro stesso tracciato. In quel giro avrò fatto 10 km e mezzo per schivare tutti quegli amatori e allargare le curve dove trovavo qualcuno di questi che di certo non si dannavano l’anima per farci strada!
Ad ogni modo il 2° parziale è di 39’43”…come tempi ci siamo, come fatica no ed anche il Garmin mi da i numeri: mi segna il giro di 10km e 260 metri anziché di 10km esatti!
Al 27° decido di fermarmi per un pit-stop “idraulico”, lascio giù 35” (cronometrati!) e termino il 3° parziale in 40’21”….il ritmo è giusto ma le gambe continuano a non essere fluide, mi fanno già male, avverto dei piccoli accenni di crampi…. “si mette male” penso!
Ho solo una soluzione se voglio arrivare al traguardo: RALLENTARE!
Intanto incomincio a vedere qualche “sciagurato” partito in modo “allegro” che inizia a “saltare”…questo mi da coraggio!
4° parziale: 40’15”! Ma le sensazioni sono veramente negative; al ristoro mio padre mi chiede: “come va?”…”Male!” gli rispondo; lui di risposta mi dice : “Se non ce la fai fermati!”.
Con lui ci sono abituato…non mi dice mai di tenere duro ma sempre di fermarmi….probabilmente perché non vuole che mi faccia del male!
Ma si continua……rallento ancora un po’….non c’è altra soluzione; il tempo è sempre pessimo: pioggia, vento, umido! 5° giro: 40’31” Metà gara: 3h20’11”….proiezione da 6h40’!
Beh! Però! Mi dico…. “anche se corro a 4’30” i prossimi 50 km finisco in 7h05” (il mio personale!)…al momento riesco ancora a correre appena sopra i 4’00”, forse, anche se non sto benissimo sotto le 7h ci vado lo stesso!”…e così si va avanti!
Le sensazioni sono un po’ migliorate, devo tenere d’occhio i crampi ma sono ancora gestibili! Continuo a recuperare qualche posizione, trovo un giapponese, un francese, due spagnoli, un australiano, un russo….li supero; questo si che da morale! La gara entra nel vivo ora! E poi sono ancora il 4° italiano (il tempo per la classifica per nazioni lo prendono sui primi tre), i miei compagni sono davanti io devo solo “gestire” un buon tempo se qualcuno di loro “salta”.
Ed ecco il primo “salto”: al 55°km mi dicono che Calcaterra è in crisi (ha corso con i primi per i primi 40 km); questo mi rattrista perché ci contavo in una sua buona prova per prendere una medaglia a squadre; ad ogni modo ho anche io i miei problemi: al 57° km un crampo dietro alla coscia destra mi blocca di colpo. Mi fermo, mi “streccio”, mi massaggio per circa 40” e poi provo a ripartire; non corro male e dopo alcune decine di metri riprendo con il mio passo.
6° giro in 40’46”….dopo 60 km ho corso ad una media di 4’01” (4h00’57” al 60° km).
Al rifornimento mi dicono che sono 14°! Bene….Non pensavo di essere così avanti, si sarà ritirato qualcuno penso!
E’ proprio all’inizio del 7° giro che supero Calcaterra completamente privo di energie…lo incoraggio, lui risponde qualcosa ma non riesco proprio a capire che cosa mi dica!
Si continua….supero uno spagnolo, un altro giapponese, un russo….. le gambe fanno male ma mancano meno di 40 km….ora che sono il terzo italiano devo tenere duro.
7° giro in 41’06”….al rifornimento mi dicono: “sei ancora 14°, hai consolidato la posizione”… la mia risposta è stata: “14esimo un cazzo, ne ho superati 4 come faccio ad essere ancora 14esimo?”
Vabbè! Si va avanti! 70 km in 4h42’04”…il primo pensiero che ho è: “se corro a 4’30” finisco in 6h57’…..dai Marco, gestisciti che comunque sotto le 7 ore ci vai!”
Ora si fa dura, le gambe mi fanno male, il vento è sempre più forte; per arrivare il ristoro del 5° km (dove c’è Mauro) c’è un rettilineo di un km con un ventaccio pazzesco!
Le sensazioni di fatica dell’inizio si sono amplificate ma ora manca poco, 30 km…..
Finisce l’8° giro: 41’53”, corro ancora ad una media di 4’10”-4’12” dopo 80° , con quel vento e con il mal di gambe che avevo all’inizio non è male…e ora mancano solo 20 km.
Proprio alla fine dell’8° giro trovo Ardemagni fermo al rifornimento…..è un’altra mazzata per la classifica a squadre!
Passo all’80esimo km in 5h23’58”, stesso identico tempo con cui sono passato l’anno scorso in Korea……quest’anno però non deve finire allo stesso modo!
Se corro in 45’ (4’30”) i prossimi due giri finisco in 6h54’…sarebbe un gran tempo; io sento di poter andare ben più forte dei 4’30” anche se ho parecchio mal di gambe! Decido di fare così….delle ripetute di 4 o 5 km a 4’10” e dei pit stop di 30”-40”, la media così facendo e addirittura inferiore ai 4’30”.
Nei tratti dove non c’è vento vado ancora a 4’05-4’08”, dove c’è il vento scendo a 4’20…all’84°esimo ultima mazzata “azzurra”! D’Innocenti, a lungo 3°, sta camminando, ha una contrattura al quadricipite…. “Addio medaglia a squadre…..però…..ho guadagnato un’altra posizione e ora sono il primo italiano!”
Prendo da Mauro il ristoro dell’85°km, faccio una trentina di metri camminando a passo spedito per bere…poi riprendo a correre; all’87° mi fermo per 45” per un altro pit-stop idraulico, mi streccio alcuni secondi e riparto.
Passo al ristoro dell’89,600 e tutti mi incitano dicendomi che sono il primo italiano; preferisco anche qui camminare per una trentina di metri per prendere le ultime maltodestrine e bere meglio!…anche mio padre mi dice che ormai è fatta, devo solo tenere duro per altri 45 minuti.
Per di più, proprio in quel punto passo un altro concorrente che mi precedeva, un ungherese!
Finisco il penultimo giro in 43’42” (il Garmin continuava a segnarmelo 10km220) al 90° km ci sono in 6h07’40’….: “anche se corro a 5’ al km vado sotto le 7 ore!” è il mio pensiero.
Ma posso correre ancora molto più forte dei 5’ al km….91°km in 4’17”, 92° in 4’09”, 93° in 4’26” (ma c’era un ventaccio e forse quello era il chilometro “più lungo”, il Garmin lo segnava 1,060), 94° in 4’15”…ed ecco il vialone che porta al ristoro, quello del vento contro! Le gambe non girano, la fatica è tantissima….mi faccio forza pensando che lì trovo Mauro con l’ultimo rifornimento (Coca Cola); lo raggiungo e come nel precedente giro cammino per una trentina di metri per bere e rifiatare…riparto…. un chilometro dopo ho un altro accenno di crampi sempre dietro alla coscia, mi fermo 40”, mi stiro un po’, e riprendo a correre!
Ormai è davvero fatta…continuo a guardare il cronometro: “posso correre in 6h52’, dai, forza….!
Al 98°km doppio Bernabei (un altro azzurro) che mi incita a spingere! Corro tra il’97esimo ed il98esimo in 4’10”, accelero ancora…99esimo in 4’00”, passo davanti al ristoro dell’Italia e tutti mi incitano e mi spingono a dare tutto.
Ultime centinaia di metri in un rettilineo anche questo battuto dal vento….penultima curva, vedo mia mamma e mio papà che mi salutano, mio padre mi dice che sono 9°….vedo il traguardo e il timer che segna 6h51’ e 30”, 31”, 32”….. passo quella linea: 6h51’36”!
Mi viene un magone incredibile, proprio a me che dico sempre che di lacrime ne abbiamo troppo poche e vanno riservate per le occasioni che contano davvero!
Mi tranquillizzo…mi viene incontro un nostro dirigente, il signor Ranciaffi (presidente della Iuta) che si complimenta e mi abbraccia, mi comunica anche che mi sono classificato 5° al campionato europeo!
Insieme a lui anche una bella bionda che mi sorride ed, in inglese, mi dice che mi deve portare all’antidoping! Da quel momento la bionda olandese è stata la mia ombra per un paio d’ore (mi poteva andare decisamente peggio!).
Riesco a salutare i miei che mi accompagnano al vicino ospedale (circa a 400 metri dall’arrivo) portandomi anche il cambio.
Riesco anche a farmi una doccia ed espleto il controllo.
Mi fa piacere essere stato controllato….è giusto! Tutti i primi dieci, sia maschi che femmine avrebbero dovuto esserlo, ed invece hanno controllato i primi tre uomini e le prime tre donne più un altro tra i primi dieci (il sottoscritto).
Verso le 20.00 riesco a raggiungere il resto della comitiva azzurra…ho un mal di gambe pazzesco! Vedo finalmente anche Mauro che mi abbraccia e si complimenta tanto…..purtroppo però deve prendere subito il treno per andare ad Amsterdam perché la mattina dopo ha il volo molto presto (lui torna con un volo diverso dal nostro)….: “sarà!?” penso… “per me ad Amsterdam va a fare qualcos’altro….”.
La serata passa alla ricerca di un ristorante e con la premiazione; a livello mondiale i giapponesi hanno dominato (4 medaglie d’oro tra maschi, femmine e team), a livello europeo invece i russi (oro a squadre ed individuale tra gli uomini).
La medaglia di bronzo individuale era distante 6’….ironia della sorte l’ha presa quel russo che era arrivato 5° al Passatore (un quarto d’ora dopo di me).
La Monica Carlin, 5° al mondiale, prende la medaglia di bronzo individuale europea e trascina le altre al bronzo anche a squadre (sempre europeo).
Il giorno dopo è una tragedia alzarsi dal letto; mi fa male “tutto”.
Rivivo le sensazioni e le emozioni della gara…è come se avessi finito di correre da 10’!
Si va ad Amsterdam per prendere il volo del rientro ma prima un po’ di turismo lungo i canali della Venezia del nord.
E’ stata un’altra esperienza magnifica, una gara partita male ma che ho saputo gestire alla grande grazie a tanta tranquillità, freddezza e…. sofferenza!
6h51’ non al meglio della condizione è un risultato eccezionale!
E soprattutto ho capito dove devo intervenire per migliorare ancora la preparazione e poter raggiungere tempi ancora migliori….se miglioro i tempi, forse, migliorerà anche il piazzamento e quindi….. sognare ad occhi aperti per le prossime edizioni, forse, non è solo utopia…giapponesi permettendo!



26 luglio 2008

LA PREPARAZIONE A 15 SETTIMANE DAL MONDIALE

Qualche minuto fa ho inserito nel file della mia preparazione per i mondiali di Tarquinia, i tempi e le medie degli allenamenti dell'ultima settimana e ho "analizzato" un po' la situazione.
Devo dire che sono "abbastanza" contento....le prime 6 settimane di lavoro sono filate via liscie da infortuni o stati di stanchezza eccessivi.
Sono riuscito a svolgere "quasi" tutti gli allenamenti che avevo inserito a parte le ripetute in salita......sono allenantissime ma per trovare delle rampe devo andare fin sul Montello (a 45 km da casa)! Le avevo inserite tutti i sabati delle 4 settimane di carico ma, o per un verso o per l'altro, le ho fatte solo una volta. Il problema è che il sabato è l'unico giorno che riesco a dormire un po' di più.....quindi ne approfitto, mi tiro su alle 08.00, mi preparo, parto, e arrivo a Volpago alle 10.00 passate con temperature "folli"! In più c'è il problema del bere...da dove lascio l'auto a dove svolgo le ripetute (la presa 9 che ha una pendenza media del 7%) ci sono 5 km quasi tutti di salita e dovrei farli con la borracia in mano!
Ho quindi optato per allenamenti sempre di potenza aerobica sulle solite mie "trafficate" strade.
Domenica scorsa ho anche fatto un lungo di 40 km intorno al lago di Baselga di Pinè (dove fanno la 24 ore a metà giugno), un circuito perfettamente misurato di 4km e 20 metri che presenta qualche piccolo strappetto che se ripetuto 10 volte risulta essere piuttosto impegnativo.
Alla fine ho corso "abbastanza bene" in 4'02" senza mai faticare troppo!
Ho anche lavorato parecchio con i pesi per recuperare un po' di forza.....
Questa è stata una settimana "tranquilla" di scarico dove svolgerò in tutto 120 km per poi riprendere lunedì, con un altro mesociclo di carico, con obbiettivo quello di incrementare ancora la potenza aerobica....la media settimanale sarà sui 170 km!
Al termine di questo mesociclo eseguirò il primo vero "lunghissimo" di 60 km.
Il morale e la fiducia sono buoni, la condizione è esattamente come deve essere: lontana dal top ma nemmeno così scadente.....speriamo bene!

13 luglio 2008

BREMA RUNNING TEAM MARTELLAGO


Questa è la 3° stagione che corro per il gruppo podistico Brema Running Team di Martellago.
Penso di essere stato uno dei primi ad entrare in questa società nel 2006.
Conoscevo Beppe Marangon (il presidente) da un po’ di anni; andavo sempre da lui ad acquistare tutto l’occorrente per la mia passione podistica ed è stato grazie a lui che ho potuto conoscere l’azienda Saucony che ora mi sponsorizza.
Quando mi ha chiesto di far parte di questa sua società che stava nascendo non ho esitato nemmeno un minuto a dirgli di si.
Ricordo quando nel maggio del 2006, in occasione del Saucony Day con la presenza di Jenny Di Napoli, il gruppo è stato presentato ufficialmente nella sala consigliare del nostro Comune.
Eravamo già un bel gruppo, circa 35 persone che per la maggior parte non si conoscevano tra di loro.
Il clima è stato subito piacevole e la corsa fatta tutti insieme tra i sentieri del parco Laghetti è stato un qualcosa che ha suggellato ancor di più questo gruppo che stava nascendo.
Dopo poco più di due anni gli iscritti sono più che raddoppiati….circa un’ottantina e sembrerebbe che per la stagione prossima ci siano moltissime richieste di nuove iscrizioni.
La cosa veramente bella del nostro gruppo è lo spirito che si è creato!
Quando vedo i miei compagni correre ho l’impressione che siano “orgogliosi” di indossare la divisa sociale, e che ci tengano veramente a far parte di questa società.
C’è un’unione che non ho mai riscontrato in altri gruppi podistici della zona del veneziano.
Un’unione che non si basa solo nel partecipare tutti insieme alle più disparate manifestazioni ma che si consolida anche su uno spirito di amicizia che va al di là dello sport e della corsa.
Merito di tutto ciò va dato alle persone che dirigono i fili di questa società, in particolar modo a Beppe (il presidente e fondatore), a Mauro (il vicepresidente) e a Fabrizio (il nostro segretario).
Il loro lavoro, le loro idee e le loro iniziative hanno creato una realtà che in molti invidiano.

Senza dimenticare poi che il Brema Running Team non si occupa solo di “corsa” ma anche di chi “non può correre” come i bambini affetti da malattie reumatiche seguiti all’ospedale pediatrico di Padova.
Beppe ha voluto “sponsorizzare” una onlus “il Volo”, che raccoglie fondi per la ricerca e lo studio di tali malattie…..noi tutti corriamo con il logo del volo sulla maglia e siamo felici di farlo.
Indimenticabili sono state le due staffette “Martellago-Padova” che abbiamo disputato nel dicembre del 2006 e del 2007 con l’arrivo tutti insieme all’ospedale di Padova per salutare e portare dei piccoli regali ai bambini che erano ricoverati.
Come indimenticabile è stata la trasferta alla maratona di Reggio Emilia nel 2007 dove abbiamo corso, ci siamo sfidati “ad handicap” e alla fine ci siamo fatti una bella mangiata insieme.
Questo è lo spirito del Brema Running Team! Un gruppo di persone, di amici che hanno in comune la “corsa” senza dimenticare però chi non può correre.
Quelle sopra sono le news che il nostro presidente ogni tanto prepara e ci invia.....un altro ottimo strumento per "cementare" ancor di più il gruppo.

IL MARCO TENNISTA

Chi mi conosce sa che da “GIOVANE” non ho mai praticato l’atletica leggera ma un altro sport: il TENNIS.
In questo sport mi sono tolto diverse soddisfazioni; ho raggiunto una classifica italiana piuttosto buona per più anni (B2 nel 1998, 2.6 nel 2000 e nel 2004).
Risultati che avrebbero potuto essere anche migliori se quando ero ragazzino fossi stato seguito da maestri più preparati e più “innamorati” del loro lavoro…..invece ho avuto la sfortuna di incontrare nella mia strada persone che non hanno saputo capire che quel mio modo di giocare, la mia tecnica il mio stare in campo non erano poi così assurdi.
Avevo un tennis aggressivo, con impugnature aperte (western), davo molta rotazione alla palla, giocavo in open stance (frontale), tutte cose che alla fine degli anni 80 e all’inizio degli anni 90 non erano così in “auge”.
Ricordo ancora come mi guardavano quasi “schifati”, loro che insegnavano a giocare un tennis più classico con impugnature esclusivamente in eastern e posizioni affiancate.
Il problema è stato che ho anche cercato di seguire i loro insegnamenti; il risultato è stato quello di avere buttato via gli anni migliori per apprendere e di dover reimpostarmi da solo e daccapo.
Non fu facile resettare tutto e ripartire.
Tutto ciò che ho ottenuto nel tennis l’ho raccolto solo grazie a me stesso e alla mia “cocciutaggine”!
A distanza di qualche anno si è visto come la tecnica nel tennis si sia evoluta.
Non sarei mai stato un campione ma prendere qualche punticino ATP o un buon B1 quello forse si.
Comunque nella mia “carriera” tennistica posso dire di aver vinto 18 tornei di 3° categoria, 2 di 2° e innumerevoli piazzamenti in semifinale e in finale.
Ho avuto la fortuna di giocare contro tennisti come Paolo Canè (ex n° 18 al mondo e protagonista di tante partite in Coppa Davis), Davide Sanguinetti (quarti di finale a Wimbledon e anche lui giocatore di Coppa Davis), Massimo Bertolini (doppista in Coppa Davis) e Stefano Galvani (ancora nei primi 200 al mondo).
Con Galvani ci siamo anche allenati insieme più di qualche volta.
Come dicevo avevo un gioco fatto di grandi rotazioni, cercavo di essere aggressivo, avevo due buoni fondamentali anche se preferivo maggiormente giocare di dritto, un buon servizio (l’altezza mi aiutava) e due buone gambe che mi portavano a fare dei bei recuperi, a cercare bene la palla e a sfinire i miei avversari.
Mi ritenevo abbastanza solido mentalmente anche se delle partite già vinte le ho perse pure io.
Nel 2003 (l’ultimo anno dove ho giocato agonisticamente) ho iniziato anche il percorso che mi ha portato nel 2006 a diplomarmi maestro nazionale di tennis alla “Scuola Nazionale Maestri”.
Finito il tirocinio nel luglio del 2006 non ho più ripreso in mano una racchetta……….devo dire che mi manca tanto!

6 luglio 2008

IL MIO PASSATORE


Dopo più di un mese voglio pubblicare un racconto che ho scritto la settimana successiva alla mitica Firenze - Faenza disputata lo scorso 31 maggio 2008......buona lettura!



IL PASSATORE VISTO DA ME……


Ciao a tutti.
E’ passata poco più di una settimana dalla gara del Passatore, la mitica Firenze-Faenza, la 100 km più prestigiosa al mondo……è stata una settimana tremenda a causa del grave incidente stradale che è occorso ai miei genitori giovedì mattina.
Mia madre è ancora ricoverata all’ospedale dell’Angelo a Mestre dopo che ha avuto un’emorragia interna.
Ho voluto comunque buttare giù due righe per raccontarvi questa tremenda ma al contempo affascinante e spettacolare gara che ho corso sabato 31 maggio da Firenze a Faenza.
La preparazione è stata lunga ed estenuante; come tappe di avvicinamento ho corso alcune gare che sono andate davvero bene e dove ho migliorato ben tre primati personali: mezza maratona, maratona e 6 ore (dove ho sfiorato il record italiano e fatto la miglior prestazione mondiale stagionale).
Ho, per la prima volta, anche vinto una maratona internazionale (la maratona del Custoza…) con oltre 600 arrivati e atleti di buon livello (mancavano gli africani e gli italiani più quotati).

I presupposti per fare una grande gara c’erano tutti e non nascondevo che quest’anno, dopo il 4° posto dell’anno scorso, puntavo al podio nonostante il campo dei partenti fosse ancora di maggior prestigio rispetto all’anno precedente.
C’erano tutti i migliori italiani e tre russi molto forti che già conoscevo.

Alla partenza c’erano circa 25° gradi, non era quindi caldissimo ma l’umidità si faceva sentire.
Mezz’ora prima della partenza ero un po’ teso….gli ultimi 30’ sono per me fondamentali: devo scaldarmi, fare stretching, fare i bisogni fisiologici, controllare l’allacciatura delle scarpe…insomma…tutto deve essere perfetto!
Tant’è che con Mauro (il vicepresidente), Stefano e Manuel che mi seguivano in bici, siamo stati capaci quasi di perderci per Firenze….invece di andare verso piazza della Signoria, il nostro vicepresidente mi stava indirizzando verso piazza Santa Croce……
Ritrovato l’orientamento arrivano quasi le 15 e riesco a fare quello che devo fare.
Sotto lo striscione della partenza stavano prendendo posto i top runners mentre dietro c’era già pronta la grande massa di amatori che avrebbero corso la gara….i partenti erano circa 1500.
C’erano proprio tutti, nessuna defezione dell’ultima ora, c’era pure Calcaterra (vincitore delle ultime due edizione della corsa) l’unico che temevo veramente….mi sistemo anche io cercando di partire in prima fila.
Lo speaker da le ultime indicazioni, si avvicina l’assessore allo sport di Firenze, fa il conto alla rovescia e BUM….spara….si parte!
C’era una confusione pazzesca…auto, moto, bici, telecamere (SKY e RAI SPORT tra tutte…) che ci seguivano.
Io mi metto dietro a Calcaterra, ci segue D’innocenti (2° in due edizioni) e in tre facciamo il primo km…3’35” (da Garmin), troppo veloce ma volevo stare lì….davanti alle telecamere, per una volta è venuto fuori in me una sorta di narcisismo che non ho mai avuto…. “magari mi costerà caro” penso!
Si continua, 2° km 3’36”…ancora velocissimo ma non si molla, si sta lì! 3° km 3’29”….a quel punto mi sono detto “Marco, torna in te o a Faenza non ci arrivi”….e così ho fatto! Gli ho lasciati andare….dopo un po’ mi superano anche i due russi più forti …provo a seguirli ma il passo è troppo veloce per una 100 km.
Inizia la salita e lì trovo i miei scudieri Mauro, Manuel e Stefano, tutti in bici e coordinati alla perfezione tra di loro per farmi assistenza.
Con noi c’è anche mio padre che anticipa o, a seconda, segue la corsa con la macchina di Stefano dove ci sono i miei ristori.
All’inizio con loro si scherza pure e ci si domanda se Manuel ce la farà ad arrivare in cima a Fiesole.
Manuel ce la fa! E con discreta facilità.
Ci domandiamo anche se quelli davanti stanno davvero bene o se stanno bleffando dato che sono partiti come treni!
Io salgo bene, senza strappare ma con buon passo….sono solo, non ho avversari che corrano con me.
Inizia il falsopiano che porta a Vetta le Croci (522 metri s.l.m) e scollino sempre 5°.
In discesa come al solito “mi riposo”….nel senso che non spingo neanche un metro per conservare energie che mi serviranno nella successiva salita (passo della Colla 913 metri s.l.m.)! Mauro dice che non ci so correre in discesa….io dico che invece ad andare piano lo faccio apposta.
Piano comunque voleva dire 3’35”-3’40” e avvolte anche meno (e stiamo parlando sempre di 100 km).
Verso il 30° km (più o meno) mi fermo per un bisogno dove perdo circa 30” e che permette ad un altro concorrente italiano di raggiungermi; è un atleta all’esordio nei 100 km…non mi preoccupo perché so che, al contrario di me, quel ragazzo in discesa corre davvero bene mentre io in salita vado più forte.
Ed infatti come la strada inizia a salire lo stacco subito….
Siamo a Borgo S.Lorenzo (35° km circa), avevo previsto di passare in 2h08’ ed invece sono in vantaggio: 2h06’….Calcaterra è già a 6’.
Inizia la Colla, che per un centista è come il passo Pordoi, Mauro mi dice che sarà qui che recupererò su quelli davanti dato che in salita vado decisamente bene; ed infatti, dopo poche rampe, vedo uno dei due russi e senza incrementare il ritmo lo supero agevolmente: ora sono 4°!
Si prosegue….la salita si inerpica sempre di più; al passaggio della maratona passo in 2h53’….e poco più avanti trovo seduto sul guard rail D’Innocenti completamente privo di energie.
“Chissà perché è partito così forte se non era in condizione….” mi domando.
Tant’è che recupero una posizione, ora sono 3°, sul podio……ma l’altro russo (Izmailov, nel 2007 5° al mondiale e 3° all’europeo) non è lontano, a circa 2’.
La salita continua…..Mauro, Stefano e Manuel sono perfetti nel farmi tagliare tutte le curve.
Stefano davanti che, spronato da Mauro, taglia la curva prima di me per fermare il traffico (lavoro da Kamikaze…), Mauro è vicino a me con i rifornimenti, Manuel è qualche metro dietro che blocca le macchine mentre sto per tagliare le curve…..perfetti!
Dopo poco più di 48 km vedo il passo, siamo a quota 913 metri s.l.m., c’è molta gente in cima che applaude….passo in 3h22’50”, sempre due minuti meglio del mio tabellino di marcia; mi cronometrano a circa 6’30” da Calcaterra: da Borgo S. Lorenzo alla Colla abbiamo impiegato più o meno lo stesso tempo per fare la salita (la differenza è stata di circa 30” in suo favore), questo vuol dire che sono salito veramente bene.
Inizia la discesa…..che sollievo! Ma solo per un po’, dopo pochi chilometri l’appoggio violento del piede sull’asfalto e la contrazione eccentrica necessaria per frenare un po’ la forza di gravità mi indolenziscono le gambe.
Al 54°-55° km improvvisamente, per scartare una moto che sale in senso opposto (la strada è ovviamente aperta al traffico) mi blocco per dei crampi ai polpacci di entrambe le gambe; mi fermo 30”-40”, faccio stretching, mi massaggio e con gradualità riparto; riprendo a spingere bene. Il russo è a circa 2’, da un tornante lo vedo un po’ più sotto. Nonostante i crampi mi sento ancora in forza e spingo un po’ di più; faccio dei km anche a 3’30” (in discesa…).
Questo però mi fa bloccare di colpo un’altra volta…a quel punto ero già vicino al russo; non perdo la calma, mi streccio di nuovo, bevo e riparto…..
Marradi, 65° km, si avvicina e il russo anche; incomincia anche ad esserci gente sul percorso che incita noi atleti. Spesso mi chiedono se sono italiano…..i tre che mi accompagnano (MMS: Mauro, Manuel e Stefano) rispondono per me dicendo che sono veneziano.
Manca un km a Marradi e il russo è a pochi metri, lo prendo…..faccio si e no 20 metri con lui per capire a che velocità sta correndo….molto più lenta della mia.
Lo supero e vado via in progressione…ecco Marradi, passo sotto il rilevamento: 4h30’ e pochi secondi, in perfetta tabella, anche se ho perso i 2’ di vantaggio che avevo sui miei passaggi; le pause per crampi che ho avuto hanno dilapidato quel vantaggio che avevo accumulato all’inizio….Calcaterra è a 8’30”.
Mi concentro sulle mie sensazioni….sono buone nonostante devo tenere d’occhio i crampi che in certi momenti si fanno sentire e mi induco a rallentare un po’.
Nei tratti pianeggianti corro ancora sotto i 4’, nei falsipiani in salita poco oltre e nei falsipiani in discesa decisamente sotto.
Inizia anche a diventare buio, le macchine che incrociamo lungo la Faentina ci suonano….ma è un suonare d’incoraggiamento, molti rallentano e tirando giù i finestrini ti spingono a non mollare.
Tre ragazzini da un furgone mi urlano “dai dai che il primo è 3 km più avanti…..” e io gli rispondo (senza farmi sentire) “mavaffanc…..”.
Verso il 75° km decido di cambiarmi le scarpe perché le sento scariche dopo tutta quella discesa; uso delle scarpe eccezionali, leggere (270g) e confortevoli (Saucony Type A) che mi aiutano in salita e in piano ma che dopo molti km di discesa non mi possono garantire tutto l’ammortizzamento di cui ho bisogno con le gambe stanche (ma quali scarpe possono resistere a 75 km con un percorso così senza indurire l’intersuola??) Il cambio di scarpe è un po’ traumatico perché per quanta attenzione io faccia le gambe si bloccano per i crampi.
Riprendo a correre, un chilometro dopo mi riblocco in mezzo alla strada…in quel momento passa il furgoncino che fa assistenza ai russi e mi vede fermo…. “questa non ci voleva!”.
Mi passano i crampi e riprendo a correre, dopo poche centinaia di metri in fondo vedo fermo il furgoncino dei russi e decido di passargli davanti spingendo come un matto e sorridendo per fargli capire che sto ancora bene….ed in effetti è così: sto bene! Ho solo i crampi che mi preoccupano.
Mi avvicino a Brisighella….prima di entrare nel centro storico dove è posto l’ultimo intermedio mi devo rifermare ancora sempre per forti crampi ai bicipiti femorali.
Riprendo di nuovo, faccio la rampa in salita un po’ contratto e passo all’intermedio in 6h08’, due minuti meglio della mia tabellina. Vuol dire che sto andando bene, nonostante le pause forzate sono andato forte!
Anche a Brisighella c’è pubblico, incitano…Mauro, Manuel e Stefano gasano la gente li invitano a farsi sentire al mio passaggio…..
Si esce, ora è buio pesto, Calcaterra non lo prendo più, il russo mi è dietro di 2’….continuo a spingere ma non vedo più il cronometro e quindi non capisco a che ritmi sto correndo…inoltre la strada è un falsopiano che cambia sempre, avvolte va giù, avvolte su....non capisco come sto! Mi pare bene ma i crampi sono lì; mi riblocco, mi fermo mi streccio e riparto…
Vedo il cartello del 95° km, faccio due conti…posso finire sotto le 7h (che al Passatore è un risultato eccezionale), posso anche rallentare e ce la faccio!
Come faccio questo ragionamento mi devo invece fermare ancora per i crampi….riparto ma questa volta la corsa è un po’ contratta, al polpaccio sinistro sento un crampo costante, non posso spingere.

Intanto arrivano 4 moto della polizia che mi scorteranno fino all’arrivo per farmi da staffetta.
Dietro ho un sacco di persone in bici che mi accompagnano (oltre ai miei 3 compagni).
A poco meno di 3 chilometri mi blocco proprio mentre sto entrando in periferia di Faenza, si fermano anche le moto della polizia.
Riparto…..ora c’è davvero tanta gente; per chi ha corso la maratona di Treviso era come se, per gli ultimi due km, ci fosse la stessa gente che c’era sul Ponte della Priula….tanta e che applaudiva e incitava ed ero solo io il protagonista della strada in quel momento….anche se Mauro mi diceva che in realtà stavano applaudendo lui.
Stefano ha coinvolto anche i poliziotti delle moto che mi scortavano e gli ha chiesto di far suonare le loro sirene…..questi hanno accettato e hanno creato un’atmosfera ancora più coinvolgente, da tappa del giro d’Italia.
“Peccato non potersi godere appieno di questo fantastico scenario” pensavo, ero troppo concentrato a correre senza ribloccarmi con i crampi che ormai si facevano sentire ad ogni passo….a quel punto dovevo solo arrivare; all’ultimo km ho capito che non sarei sceso sotto le 7h…
A circa 500 metri dal traguardo deviano le bici (Mauro, Manuel, Stefano compresi)…sono quasi in piazza del Popolo…..vedo il traguardo a 200 metri e un pazzo che salta fuori dalle transenne che mi incita e mi si avvicina: era Maurizio Riccitelli, tecnico della squadra nazionale di ultramaratona, era quasi più contento di me.
Cerco con gli occhi anche il mio babbo tra il pubblico ma non lo vedo perché in piazza del Popolo di gente ce ne era un’infinità.
Sto per tagliare il traguardo…..E’ FATTA! 7h00’43” e 2° al PASSATORE….
Vorrei subito andare dal mio babbo, da Mauro, Manuel e Stefano ma mi ritrovo puntati addosso 3 microfoni che mi chiedono le mie impressioni “a caldo”! Ricordo di aver detto che ero contento, che avevo sofferto un po’ per i crampi e che Calcaterra è un fuoriclasse.
Salgo sul palco dove mi intervistano ancora ma “per fortuna” mi mollano perché sta per arrivare il 3°, il russo (che dopo poco quasi collasserà) a circa 3’ da me…riesco a scendere ma vengo bloccato da un giudice FIDAL che mi comunica che devo fare l’antidoping…. “ma dai??” gli faccio “ sono davvero contento che ci sia il controllo, vengo subito, posso salutare solo i miei??” Lui acconsente e riesco quindi ad andare dagli splendidi ragazzi che mi hanno aiutato in questa gara.
La nottata prosegue tra prelievi, crampi e due piadine al prosciutto mangiate verso le 02 di notte.
Il mattino seguente le premiazioni e la soddisfazione di raccogliere quello per cui si è tanto lavorato e sudato.
Ho la consapevolezza che senza quei crampi nel finale avrei potuto correre in circa 6h54’-6h55’ che su quel percorso vale meno, tra le 6h35’ e le 6h40’ in una gara dal percorso pianeggiante.
Con quei tempi ai prossimi mondiali sui 100 km che saranno in Italia a Tarquinia, l’08 novembre, posso puntare ad essere protagonista di un’ottima gara individuale e di dare un buon contributo per la classifica a squadre che con un Calcaterra così e un D’Innocenti sui livelli del 2007 ci potrebbe vedere veramente al vertice (russi e giapponesi permettendo!)….inoltre correndo l’8 novembre non dovrebbe fare tanto caldo e quindi anche i crampi non dovrebbero sopraggiungere in quanto la sudorazione dovrebbe essere inferiore.

Per finire i ringraziamenti ai tre grandi MAURO, MANUEL E STEFANO sono doverosi così come a tutti coloro che in continuazione chiamavano i tre ciclisti per sapere come andava.
E al mio BABBO che nonostante mi dica sempre che devo smettere di correre alla fine mi è sempre vicino in queste imprese….e a mia mamma che ora è in un letto d’ospedale (spero per pochi giorni ancora, poi torna a casa) ma con il pensiero è sempre con me!

Un grandissimo complimento anche alla Monica che ha vinto la gara femminile con il record del percorso 7h39’44” ed è addirittura arrivata 9° assoluta.
I complimenti a lei non glieli faccio mai perché avvolte mi pare quasi scontato che vinca, avvolte la rimprovero perché gestisce male tatticamente le corse, questa volta ha fatto tutto veramente bene: brava!

GRAZIE A TUTTO IL BREMA RUNNING TEAM E…..VI ASPETTO A TARQUINIA!


P.S.ora mia mamma è a casa e si sta riprendendo bene!